Riassunto analitico
L’oggetto principale del presente lavoro è costituito dall’analisi del regime agevolativo per il reddito d’impresa c.d. “Patent Box”, con il quale l’Italia si è recentemente uniformata al panorama fiscale internazionale, su spinta dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), al fine di contrastare il fenomeno della concorrenza fiscale “dannosa” tra Stati. Il regime di tassazione agevolata “Patent Box” è stato introdotto in Italia con la “legge di stabilità 2015”; nella sostanza consiste in un incentivo fiscale (opzionale) per i redditi derivanti da determinati beni immateriali (intangibles), di cui l’imprenditore può beneficiare a condizione che vengano rispettati i requisiti necessari richiesti dalla disciplina, con particolare riferimento al requisito dello svolgimento dell’effettiva attività economica connessa al reddito agevolabile, la quale verrà valutata in base al c.d. approccio “nexus”. La decisione, da parte di un Paese, di inserire nel proprio ordinamento un tale regime agevolativo, può essere dettata, da un lato, per incentivare l’innovazione e gli investimenti R&S, e, dall’altro, può rappresentare uno strumento utile per attirare all’interno del territorio dello Stato reddito derivante da “proprietà intellettuale”, nell’ottica di una “sana” concorrenza fiscale tra Stati. Il lavoro, pertanto, è stato così articolato: - è stata inizialmente compiuta un’analisi dei principali istituti del diritto tributario internazionale di riferimento; sono stati analizzati, in particolare, temi quali: i concetti di residenza fiscale e stabile organizzazione, il rapporto tra fonti internazionali e nazionali, il trattamento fiscale di singole categorie reddituali, nonché un quadro sul diritto tributario nell’Unione Europea in relazione ai principi previsti dai Trattati dell’Unione; - poiché l’introduzione del regime agevolativo favorisce la concorrenza fiscale tra Stati, è stata poi compiuta un’analisi su tale particolare fenomeno, con riferimento ai problemi legati alla concorrenza “dannosa” tra Stati, dovuta, da un lato alla previsione da parte di alcuni ordinamenti di politiche fiscali “aggressive” tali da incidere negativamente sul libero mercato, e, dall’altro, dalla costante presenza dell’elusione fiscale, con riferimento a quelle operazioni poste in essere da numerosi soggetti, i quali, aggirando specifiche disposizioni normative, in assenza di valide ragioni economiche, giungono a conseguire un vantaggio fiscale indebito; - proprio da tali considerazioni, in sede OCSE, nel contesto della lotta ai problemi legati all’erosione della base imponibile nonché allo spostamento artificioso dei profitti, è stato elaborato un progetto, presentato nel luglio 2013, denominato “Action Plan on Base Erosion and Profit Shifting” (meglio noto con l’acronimo BEPS). Il Rapporto è costituito da 15 raccomandazioni, definite “Actions”, che gli Stati sono tenuti ad osservare. In particolare, è proprio all’interno di questa serie di raccomandazioni (l’Action 5), che è stato elaborato il moderno regime agevolativo Patent Box, basato sul citato approccio “nexus”, con la previsione degli elementi che tutti i regimi agevolativi saranno tenuti a prevedere, in modo da favorire, nonché garantire, la “sana” concorrenza fiscale tra i vari ordinamenti. Viene quindi compiuta un’analisi sull’OCSE e sul suo progetto BEPS; sulle singole raccomandazioni del Rapporto, con particolare riferimento all’Action 5; nonché una breve analisi sui singoli Patent Box introdotti dai vari Stati alla luce delle raccomandazioni OCSE; - infine, a conclusione del lavoro, viene analizzata nel dettaglio la disciplina dell’agevolazione fiscale Patent Box recentemente introdotta all’interno del nostro ordinamento, ponendo l’attenzione anche su alcuni aspetti particolari legati al beneficio.
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