Riassunto analitico
Nell’Europa di oggi, multilingue e multiculturale, essere cittadini europei comporta la conoscenza di almeno tre lingue comunitarie, in quanto l’aforisma “imparare le lingue per vivere” corrisponde sempre di più a un’esigenza reale. Molto forte è la consapevolezza di questa necessità, ma ciò che spesso manca sono i mezzi per conseguirla. La didattica delle lingue ha bisogno di metodologie adeguate a questo scopo e di un profondo cambiamento nel modo di insegnare; i curricoli tradizionali non sono sempre adeguati a soddisfare le varie necessità di comunicazione linguistica, legate spesso a bisogni specifici e a precisi ambiti disciplinari. Il CLIL (Content and Language Integrated Learning), apprendimento integrato di lingua e contenuto, risponde per molti aspetti alle nuove richieste metodologiche. Affonda le sue radici in ipotesi teoriche ormai da tempo consolidate e trae i suoi principi dalle esperienze di paesi in cui lingue e culture diverse convivono da sempre. È una delle più recenti innovazioni didattico-metodologiche che riguarda sia il campo delle lingue straniere, sia il settore delle discipline non linguistiche (DNL), di ambito scientifico e umanistico. Questa tesi intende fornire una panoramica sulle origini, le definizioni e i principali modelli teorici relativi alla metodologia CLIL, sui principali benefici, le motivazione nell’apprendimento linguistico e le possibili criticità, e sulla diffusione in Europa e in Italia concentrandosi soprattutto nel contesto della scuola primaria. Maggiore interesse viene appurato all’aspetto metodologico di questo approccio innovativo analizzando ogni singolo elemento che lo costituisce, e ancora più attenzione viene data al CLIL nella scuola primaria italiana, in quanto nel nostro paese questa metodologia ha dato luogo ha sperimentazioni che, all’interno delle differenti situazioni scolastiche e in base alle esigenze determinate dalla formazione attuale degli insegnanti, hanno trovato soluzioni nuove e originali.
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