Riassunto analitico
La psoriasi è una patologia cronica che influenza il corso della vita del paziente fin dal momento del suo esordio, con approcci terapeutici differenti a seconda delle condizioni cliniche presenti. Negli ultimi anni, grazie soprattutto alle terapie biologiche, il trattamento della psoriasi si è orientato maggiormente sulla cura della malattia più che del sintomo. Di conseguenza, i trattamenti proposti sono spesso continuativi e possono proseguire interrottamente per anni. Inoltre, per il loro meccanismo d’azione, i farmaci biologici sono in grado di indurre quadri di immunodepressione che espongono potenzialmente il paziente a un maggior rischio infettivo. Nel corso della vita, un soggetto in cura con un farmaco biologico può necessitare di un trattamento chirurgico per la comparsa di patologie che possono normalmente colpire qualunque individuo. In tali casi, è opportuno gestire al meglio la terapia, al fine di minimizzare i rischi relativi all’immunodepressione iatrogena che caratterizza questa categoria di pazienti. Ad eccezione degli interventi chirurgici urgenti, dove la priorità è quella di trattare l’evento acuto, negli interventi differibili, sia cutanei che di chirurgia generale o specialistica, è opportuno programmare una sospensione della terapia del farmaco biologico prima dell’atto chirurgico al fine di ridurre al minimo il rischio di complicanze, soprattutto infettive. In tal senso, è necessario distinguere tra i vari farmaci disponibili, in base alle caratteristiche di farmacocinetica e di emivita di ciascuno di essi, per ridurre al minimo il tempo di sospensione della terapia. I dati riguardanti il management dei pazienti in terapia con farmaci biologici sono limitati e molti riguardano pazienti con artrite reumatoide e malattie infiammatorie intestinali. Ci sono solo pochi studi su pazienti psoriasici. Dal momento che il TNFα promuove la sintesi di collagene e la guarigione della ferita, i farmaci anti-TNFα dovrebbero essere sospesi prima di interventi di chirurgia maggiore, mentre per la chirurgia minore il basso rischio di infezioni favorisce il proseguimento della terapia, soprattutto perché la sospensione della terapia promuove una recidiva della psoriasi. La British Association of Dermatologists afferma che le terapie biologiche dovrebbero essere sospese almeno quattro emivite prima della chirurgia maggiore. Inoltre, la maggior parte dei dati della letteratura reumatologica consiglia la ripresa del trattamento con anti-TNFα da 2 a 4 settimane dopo l’intervento chirurgico. Abbiamo effettuato uno studio retrospettivo su pazienti psoriasici per valutare le differenze nell’incidenza di effetti collaterali tra coloro che hanno sospeso la terapia e coloro che l’hanno continuata prima di interventi chirurgici. Nonostante il rischio immunodepressivo, il nostro studio suggerisce che le complicazioni postoperatorie non sono influenzate dalla sospensione del farmaco biologico.
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Abstract
Psoriasis is a chronic disease that affects the course of the patient's life since its inception, with different treatment approaches depending on the clinics. The treatment of psoriasis has recently been oriented on treating the disease rather than the symptoms , mainly due to biological therapies. Consequently, the proposed treatments are often continuous and can continue uninterruptedly for years. In addition, due to their mechanism of action, biological drugs can induce immunosuppression that potentially exposes the patient to a higher risk of infections.
In the course of life, a subject treated with a biologic agent may require a surgical treatment for the occurrence of diseases that can affect any normal individual.
In such conditions , it is desirable to cope with the treatment, in order to minimize the risks of iatrogenic immunosuppression that characterizes this category of patients. With the exception of urgent surgery, where the priority is to treat the acute event, in deferrable interventions ,either cutaneous or general or specialistic surgery, is advisable to plan a suspension of biologic therapy before the surgical intervention, in order to minimize the risk of complications, especially infectious. In this sense, it is necessary to distinguish between the various available drugs, according to the characteristics of the pharmacokinetics and half-life of each of them, to reduce the time to discontinuation of therapy.
Data relating to the management of patients treated with biologics are limited and many relate to patients with rheumatoid arthritis and inflammatory bowel disease. There are only few studies in patients with psoriasis.
Since the TNFα promotes collagen synthesis and wound healing, anti-TNFα should be discontinued before major surgery; minor surgery, while the low risk of infection, helps the continuation of treatment, especially since the discontinuation of therapy promotes a recurrence of psoriasis.
The British Association of Dermatologists said that biological therapies should be suspended for at least four half-lives before major surgery.
Furthermore, most of the literature data on rheumatology recommend the resumption of treatment with anti-TNFα from 2 to 4 weeks after surgery.
We carried out a retrospective study in patients with psoriasis to assess the differences in the incidence of side effects between those who discontinued therapy and the ones who continued before surgery.
Despite the immunosuppressive risk, our study suggests that postoperative complications are not influenced by the suspension of biologic drug.
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