Riassunto analitico
INTRODUZIONE: Le Early Onset Sepsis (EOS) sono infezioni sistemiche e invasive, importante causa di morte neonatale. Lo Streptococco di gruppo B (GBS) e l'Escherichia coli ne rappresentano le principali cause. L’esordio dei sintomi è nelle prime 72h di vita per tutti i patogeni, ad eccezione del GBS, per il quale si utilizza il cut-off di 6 giorni di vita. L’infezione si può sviluppare a seguito della trasmissione intrapartum di patogeni presenti nel tratto genito-urinario materno. I fattori di rischio materno aumentano la probabilità di EOS. L’incidenza di EOS tra i nati a termine è diminuita grazie all’introduzione dello screening universale per GBS, mediante tampone vagino-rettale (TVR), e all’utilizzo della profilassi antibiotica intrapartum (IAP). La clinica della sepsi può essere lieve, moderata oppure severa fino allo shock settico. I primi segni di sepsi sono spesso aspecifici. L’American Academy of Pediatrics suggerisce tre strategie per individuare precocemente i neonati da sottoporre ad approfondimento diagnostico e a trattamento antibiotico, ognuna con pro e contro. La prima strategia, raccomandata dal CDC, consiste nella valutazione categorica dei fattori di rischio per identificare precocemente i neonati che potrebbero sviluppare EOS. La seconda strategia prevede l’utilizzo del Neonatal Sepsis Calculator (NSC), che sulla base dei fattori di rischio e della clinica del neonato nelle prime ore di vita definisce delle raccomandazioni di gestione. La terza strategia è l’Osservazione Clinica Seriata (SCO), raccomandata in Emilia-Romagna, basata sull’esecuzione di esami fisici seriati nelle prime 48h di vita. È stato dimostrato che la SCO si associa ad una riduzione dell’uso di antibiotici, della richiesta di esami e della durata della degenza. SCOPO DELLA RICERCA: confrontare la sicurezza e predittività del NSC con quelle della SCO utilizzata in Emilia-Romagna. MATERIALI E METODI: Si tratta di uno studio osservazionale, retrospettivo e multicentrico che ha incluso tutti i neonati (≥ 34 settimane) con emocoltura positiva, nati tra il 01/01/2016 e il 31/12/2022 nei centri di cura dell’Emilia-Romagna. I neonati sono stati suddivisi in 4 gruppi: neonati asintomatici, sintomatici da 1h a 24h di vita, sintomatici dopo 24h di vita e sintomatici alla nascita. I dati materni e neonatali sono stati inseriti nella piattaforma online del NSC, per ottenere il rischio di sepsi e la relativa raccomandazione per la gestione individuale. Si è visto quanti neonati sarebbero stati inclusi nel monitoraggio della SCO, in base alla presenza di fattori di rischio. Per tutti i neonati è stata poi valutata l’efficacia e/o il fallimento di entrambe le strategie. RISULTATI: La coorte analizzata include 58 neonati (≥ 34 settimane) con sepsi da GBS (58%) o E.coli (42%). Quasi il 60% dei neonati era a rischio. La maggior parte delle madri era screenata tramite TVR, con il 30% di positività. La IAP era somministrata in circa 2/3 delle donne con TVR+. I neonati con esordio dei sintomi alla nascita sono 24 e tutti sarebbero valutati ed eventualmente trattati a prescindere dalla strategia di gestione utilizzata. Tutti gli asintomatici avevano almeno un fattore di rischio, quindi sarebbero tutti inclusi nel percorso SCO, mentre il 43% di loro sarebbe stato individuato dal NSC. In caso di sintomi da 1h a 24h di vita il NSC sarebbe stato efficace nel circa 40% dei casi; mentre la SCO nel 50% dei casi. Nel 75% dei neonati sintomatici dopo 24h di vita ci sarebbe stato un fallimento di entrambe le strategie, in quanto create per la diagnosi tempestiva della sepsi precoce. CONCLUSIONE: È stata evidenziata la non inferiorità della SCO rispetto al NSC nell’individuare i neonati che avrebbero sviluppato sepsi. Le due strategie sono equivalenti nei neonati con sintomi alla nascita, mentre la SCO sembrerebbe essere lievemente più efficace nel gruppo dei neonati sintomatici dopo la nascita.
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