Riassunto analitico
La dexmedetomidina è un α₂-agonista sempre più utilizzato nell'ambito della NORA (non-operating room anesthesia) pediatrica. La dexmedetomidina può essere somministrata attraverso diverse vie. Lo scopo di questo studio è quello di confrontare l'occorrenza dell’interruzione degli esami tra i pazienti trattati con dexmedetomidina endovena (DEX EV) o intranasale (DEX IN) per la sedazione durante la risonanza magnetica (RMN). L’outcome primario è il tasso di interruzione degli esami. Gli outcomes secondari sono la necessità di somministrazione di un secondo farmaco e la manifestazione di complicanze durante gli esami. Nella raccolta dati sono state considerate le singole sedazioni, anche quando eseguite sugli stessi pazienti, per questo motivo appaiono come eventi multipli e distinti. Inoltre, l'associazione tra l'uso di dexmedetomidina intranasale e l'interruzione dell'esame, censurato a 200 minuti, è stata stimata mediante una Cox proportional hazards regression analysis multivariata. Sono stati inclusi 1288 pazienti nello studio, 1030 hanno ricevuto DEX IN mentre 258 DEX EV. L'interruzione degli esami si è verificata nel 13% dei pazienti sedati con DEX IN e nel 20,5% dei pazienti sedati con DEX EV (p-value 0,002). Inoltre, i pazienti trattati con DEX IN hanno una minore necessità di un secondo anestetico (p-value < 0,001). Dalla Cox analysis è emerso che la somministrazione di DEX IN è indipendentemente associata a una minore incidenza di interruzione dell'esame (HR 0,64; 95% C.I. 0,46-0,91; p-value 0,013). La dexmedetomidina intranasale (DEX IN) sembra essere più efficace della dexmedetomidina endovena (DEX EV) nel sedare i bambini sottoposti a risonanza magnetica (RMN). Saranno necessari ulteriori studi per confermare questi risultati.
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