Riassunto analitico
Tutta la vita è una narrazione. Non c’è aspetto della realtà, interna ed esterna ad ognuno di noi, che non venga espressa sottoforma di narrazione. Ma per poter narrare è necessario l'uso del linguaggio. Questo è uno strumento simbolico ampiamente figurativo: come hanno dimostrato Lakoff e Johnson (1980), non c’è espressione che non sia metaforica. Ben lungi dall’essere mero strumento linguistico, la metafora è una vera e propria struttura del pensiero che ci permette di comprendere il mondo. A partire dal nostro sistema senso-motorio facciamo esperienza della realtà. Continue esperienze portano alla creazione di image schema, strutture schematiche che ci permettono di percepire, ragionare, muoverci e agire nel mondo. Tali strutture possono essere proiettate metaforicamente da domini source concreti a domini target più o meno astratti che vengono così compresi sulla base di schemi sensomotori. Mente e corpo non sono, quindi, mai separati o separabili: la mente umana è embodied. Anche la scienza non è esente dall’uso di questi strumenti che portano non a verità assolute ma all’elaborazione di storie. Come dice H. U. Fuchs “se ascoltiamo la natura, la sentiremo narrare storie” (Fuchs in Corni, 2013). Pare quindi plausibile l’utilizzo di storie anche all’interno della didattica delle scienze. Tuttavia, per poter costruire buone storie, è necessario conoscerne la natura, ovvero conoscerne lo story grammar e il character schema. In una storia scientifica, il personaggio può essere rappresentato da una Forza della Natura di cui si esamineranno dapprima gli aspetti di quantità, intensità e forza-potere, per poi aggiungervi sempre maggiori dettagli aumentando la portata del character schema e rendendolo sempre più complesso. Ogni storia dovrebbe essere scritta tenendo in considerazione, secondo la teoria della comprensione multipla di Egan (1977), il livello di comprensione in cui si trova il bambino. Il nostro sviluppo ripercorre la storia dell’uomo attraversando le fasi somatica, mitica, filosofica, ironica. Ogni fase ha propri strumenti concettuali che orientano il modo che ha il bambino di conoscere la realtà e che lo fanno propendere ora verso storie fantastiche, ora verso storie di vita reale. Il progetto Piccoli scienziati in laboratorio fa propri questi assunti teorici proponendo un approccio alle scienze di cui lo storytelling è il nucleo fondante. Attraverso l’uso di storie, cartoni animati, giochi, materiali sperimentali e software di modellizzazione, Piccoli scienziati propone un approccio integrato all’apprendimento alle scienze che si sviluppa in linea orizzontale, intrecciando le scienze con altre discipline scolastiche, e in linea verticale favorendo la comunicazione tra insegnanti appartenenti a gradi scolastici differenti. Tale progetto è stato implementato all’interno di tre classi terze primarie ed è stato diviso in due fasi: 1) una riguardante il calore come Forza della Natura di cui sono stati indagati gli aspetti di quantità, intensità e forza-potere; 2) una riguardante l’effetto serra in particolare e la salvaguardia dell’ambiente in generale. Come strumenti di valutazione sono stati usati dei test semi-strutturati con quesiti a risposta aperta somministrati prima e dopo ogni fase al fine di sondare l’acquisizione di conoscenze da parte dei bambini. È stata inoltre utilizzata, nella prima fase, una griglia di analisi delle conversazioni condotte in classe a grande gruppo. I risultati hanno mostrato un incremento delle abilità, conoscenze e competenze dei bambini coinvolti nel progetto e hanno permesso un confronto tra i diversi mezzi di valutazione, facendo emergere come solo all'interno di situazioni concrete e di sperimentazione i bambini siano in grado di far emergere le loro conoscenze e le loro potenzialità.
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