Riassunto analitico
Il presente elaborato è volto a illustrare alcune delle particolarità botaniche presenti nella Riserva naturale dei Calanchi di Montalbano Jonico, sezione di riferimento internazionale per lo stratotipo del limite Pleistocene inferiore medio, costituita da sedimenti argillosi noti in letteratura col nome di argille subappennine delimitate superiormente da depositi marini terrazzati. Quest'ultimi si sono formati in seguito a diverse fasi trasgressive e regressive del mare, accompagnata dal sollevamento del territorio in esame. Pertanto i terrazzi sono costituiti da: terreni con alte concentrazioni di argilla e sale, e da ripidi versanti, i quali congiuntamente ad un clima mite, hanno fatto si, che nella Riserva si selezionasse una tipica vegetazione che comprende autentiche rarità botaniche. Delle varie specie presenti ho volto la mia attenzione verso: il Myrtus communis L.; il Rosmarinus officinalis L.; la Salvia officinalis L.; il Sylibum marianum L.; il Thymus vulgaris L.. Di queste ho valutato la presenza di studi clinici recenti in merito alle loro propietà terapeutiche o di supporto ai farmaci tradizionali. Gli studi più rappresentativi riguardanti il Sylibum marianum L., hanno dimostrato la sua capacità di: 1. prevenire danni epatici indotti da acetoaminofeno, per effetto della sua azione scavenger, che attenua la formazione di ROS, perossinitrito e conseguentemente lo stress ossidativo; 2. attenuare la nefrotossicità indotta da tioacetammide e tetracloruro di carbonio (Ccl4), grazie alla sua azione antiossidante; 3. attenuare l'epatotossicità da colestasi in associazione con l'acido ursodesossicolico; 4. agire contro il carcinoma epatocellulare sotto forma di nanoemulsioni contenenti silimarina. Per quanto riguarda invece la Salvia officinalis L. è stata evidenziata la sua azione: 1. antiossidante, per effetto scavenger dei radicali liberi; 2. ipoglicemizzanti e ipolipemizzanti per effetto inibitorio degli enzimi metabolici dei carboidrati e dei lipidi (alfa-glucosidasi, alfa-amilasi e lipasi pancreatica); 3. antiproliferativa su cellule di carcinoma epatico umane e animali. In merito al Thymus vulgaris L. è stato dimostrato che l'olio essenziale è in grado di aumentare la neurotrasmissione colinergica per sovraregolazione di geni coinvolti nella modulazione dei livelli di Ach e dell'attività del suo recettore nicotinico. Per ciò che concerne il Myrtus communis L, si è evinta la sua efficacia: 1. nell'impedire la formazione della Ricorrente Stomatite aftosa (RAS), poichè è in grado di agire come modulatore delle citochine infiammatorie e inibitore del TNF-α; 2. antibatterica contro la Salmonella per effetto sinergico del suo olio essenziale con quello di Thymus vulgaris L.. Ultimi ma non meno importanti sono gli studi in merito al Rosmarinus offinalis L. che hanno portato alla luce la sua azione: 1. antistress attraverso l'aumento dei livelli di dopamina, la riduzione dei livelli di corticosterone sierico, la regolazione dell'attività dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene e del sistema nervoso simpatico; 2. antimicrobica su biofilm mono- e polimicrobici; 3. potenzialmente antivirale contro HIV, per interferenza con le funzioni della proteina Tat (Trans-attivatore di trascrizione). Dalla presente ricerca si evince che la fitoterapia, nonostante sia stata la prima forma di medicamento, non conosce tramonto.
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