Riassunto analitico
A partire dal XVIII secolo sono state elaborate numerose teorie e condotti diversi studi per cercare di spiegare gli effetti che gli elementi spaventosi presenti nelle fiabe potrebbero provocare nel bambino. Ancora oggi, questo dibattito è estremamente acceso in molteplici campi di indagine come la psicanalisi, la pedagogia, la psicologia, la letteratura per l'infanzia e non solo. Alcuni studiosi sostengono che, anche all’interno di un contesto finzionale, scene paurose e tragiche non siano adeguate ai bambini, perché fomenterebbero eccessivamente le loro angosce; altri, come Bettelheim, ne mettono in luce il potere catartico, in quanto risulterebbero essenziali per padroneggiare situazioni interiori e per raggiungere stati superiori di organizzazione della personalità. In accordo con quest’ultima corrente di pensiero, nella mia dissertazione metterò in luce l'importanza della presenza di elementi paurosi all'interno della fiaba per la crescita psicologica e emotiva infantile. Per fare ciò, in primo luogo verranno analizzate le origini, le funzioni e il linguaggio metaforico di questo genere letterario. Successivamente, il discorso si focalizzerà sugli aspetti paurosi presenti in gran parte della letteratura per l’infanzia, in particolare nelle opere di Charles Perrault, Jacob e Wilhelm Grimm, e Hans Chrisian Andersen. Inoltre, verrà fornita una rassegna delle visioni di vari studiosi che sostengono l'importanza di questi elementi nello sviluppo infantile, come Jack Zipes, Margot Sunderland, Bengt Holbek e Anna Oliviero Ferraris. In secondo luogo, l’analisi si concentrerà sulle teorie dello sviluppo delle emozioni nell’infanzia, nello specifico: quella differenziale e quella differenziazione, prestando particolare attenzione al ruolo della paura anche in relazione alle nuove scoperte emerse in àmbito neuroscientifico. Infine, esporrò i risultati di uno studio pilota effettuato su un campione di bambini di sette anni, volto ad indagare l'effetto modulatore della teoria della mente sull'ansia provocata da una fiaba emotigena e la correlazione tra l'ansia e la memoria.
|
Abstract
Starting from 18th Century many theories have been elaborated and researches have been conducted to try and explain the effects that scary elements in fairy tales could produce on the children.
Nowadays this question is still wide open in many research branches like psychoanalysis, pedagogy, psychology, children literature and not only these.
Some researchers believe that, inside a fictional environment, scary and tragic scenes are not suitable for children since they will increase their anxieties.
Others, like Bettelheim, believe these could have a cathartic power, as they could be key to facing internal situations and to reaching higher levels of organisation of their personality.
According to this last way of thinking, in my dissertation I will point out the importance of having scary elements in a fairy tale to help the psychological and emotional growth of young children.
To do so we will start with an analysis of the origins, functions and metaphoric language used in this genre. Then we will focus on the scary aspects we find in a large part of children literature, particularly in Charles Perrault, Jacob and Wilhelm Grimm and Hans Christian Andersen.
We will also go through a series of visions of different researchers who believe in the importance of these elements in the children’s development, as Jack Zipes, Margot Sunderland, Bengt Holbek and Anna Oliviero Ferraris.
Secondly the analysis will focus on theories of the development of the of emotions in early age; more specifically the theory of difference and differentiation, with particular attention to the role of fear also related to new neuroscientific discoveries. Finally I will present the results of an experimental study conducted on a group of 7 year-old children: the research analyzes the modular effect of the theory of the mind on the anxiety generated by an emotional fairy tale and the connection between anxiety and memory.
|