Riassunto analitico
Il tumore al seno HER2+ rappresenta uno dei più frequenti sottotipo molecolari con una frequenza di circa il 20% della totalità di carcinomi mammari. Negli ultimi anni l’introduzione di nuovi anticorpi farmaco-coniugati (ADC) e le prime evidenze cliniche di un sostanziale beneficio di quest’ultimi nel trattamento di tumori HER2-low ha reso necessario attenzionare maggiormente il ruolo predittivo-prognostico di una bassa espressione di HER2. Un tumore mammario è definito HER2-low quando presenta un pattern immunoistochimico 1+ o 2+ senza evidenza di amplificazione allo studio FISH. Il ruolo prognostico di una bassa espressione di HER2 è ancora incerto: in questa analisi retrospettiva è stata analizzata la risposta dei tumori HER2-low alla chemioterapia neoadiuvante e confrontata con la risposta dei tumori HER2 negativi. 531 pazienti con tumori al seno in stadio II-III e sottoposte a trattamento neoadiuvante presso il Centro Oncologico Modenese dal Gennaio 2013 al Dicembre 2021 sono state analizzate. Di queste 120 (22,60%) erano HER2 negative e 199 (37,48%) HER2-low, i due gruppi erano uniformemente distribuiti per quanto riguarda età alla diagnosi e stato menopausale. Il gruppo HER2 low presentava una più alta espressione di recettori per estrogeni e progesterone rispetto al gruppo HER2 negativo (ER 62,6% vs 37,5%, p<0.0001) (PR 48,5% vs 27,5 p<0.0003). Nessuna differenza è stata riscontrata nei due gruppi in termini di pCR; degna di nota è l’evidenza di un minor tasso di ricadute locali nel gruppo HER2-low (3,5% vs 10,8%, p= 0.0183) senza però avere un impatto sulle recidive a distanza, la sopravvivenza libera da eventi e la sopravvivenza globale. Dalle evidenze cliniche lo stato recettoriale ormonale sembra essere maggiormente significativo nella determinazione della pCR. Provando poi a valutare la popolazione ER- non si sono osservate significative differenze fra i gruppi HER2-0 ed HER2-low. In questo studio monocentrico e retrospettivo lo status di HER2-low rispetto a quello di HER2 negativo ha dimostrato un impatto prognostico solo in termini di ricadute locali. Questi risultati suggeriscono la necessità di approfondire maggiormente la biologia dei tumori HER2-Low per ridefinire con quanta più precisione possibile le future strategie terapeutiche.
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