Riassunto analitico
Nel corso degli ultimi anni si è posta sempre maggiore attenzione verso l’aspetto etico-morale delle cure medico-ospedaliere, per garantire la massima dignità possibile al paziente. In quest’ottica è imprescindibile porre maggiore attenzione verso la pratica della contenzione, ovvero quell'atto che attraverso vari mezzi (fisici, meccanici, ambientali, farmacologici, psicologici) limita i movimenti volontari di tutto o di una parte del corpo della persona assistita. È una pratica, priva di qualsiasi finalità terapeutica, che si può attuare solamente in casi di eccezionale gravità, come extrema ratio per impedire al paziente, tipicamente privo di capacità di intendere e di volere, di mettere in atto condotte auto o eterolesive, quando qualsiasi altro intervento da parte del medico non ha avuto efficacia. È quindi un atto sanitario da mettere in atto raramente e sempre nel rispetto del principio di stato di necessità (art.54 C.P.), l'unico principio che rende questa manovra lecita e, se non sussiste nel caso specifico, il sanitario rischia conseguenze penali, civili e anche violazioni del codice deontologico. In aggiunta lo stesso paziente va incontro a conseguenze importanti, sia dal punto di vista psico-emotivo (perdita delle autonomie, depressione, disturbo post-traumatico da stress) ma anche dal punto di vista sanitario (cadute, lesioni da decubito, fino alla morte, in alcuni casi documentati in letteratura). Per evitare tutte queste ripercussioni, è fondamentale seguire i precetti del buon impiego della contenzione, che includono il selezionare i casi ove la contenzione sia assolutamente necessaria, scelta dell’adeguato mezzo contenitivo, proporzionale al rischio a cui lo stesso paziente andrebbe incontro in assenza della stessa contenzione, alla sospensione della contenzione per almeno dieci minuti ogni due ore, al costante monitoraggio del paziente, non solo dei parametri vitali ma anche dello stato clinico-psicologico del paziente con attenzione anche alla permanenza o meno dello stato che inizialmente ha richiesto e reso legittima la contenzione stessa. Da sottolineare poi che di tutti questi passaggi deve rimanere traccia nella cartella clinica, e che la pratica contenitiva non può prescindere dal consenso informato offerto al paziente, mentre nei casi dove il paziente non sia in grado di intendere, la decisione spetta al medico, che dovrà inserire in cartella le motivazioni del ricorso alla contenzione, ed inoltre si dovrà assumere le responsabilità dell’atto e anche di informare i tutori, parenti o caregiver del paziente. Proprio sulla base di questi precetti si inserisce la nuova normativa aziendale PO 185 REV. 0/2021, introdotta negli ultimi mesi del 2021 presso l’Ospedale Civile di Baggiovara, che si occupa di incentivare il buon impiego della contenzione, attraverso la compilazione integrale di un apposito modulo ogni qualvolta si metta in atto una manovra contenitiva, e anche la compilazione di una scheda di monitoraggio. Questo per accertarsi che il paziente sia sempre contenuto nel rispetto della sua dignità e nel rispetto del principio dello stato di necessità. L'obiettivo della ricerca è di andare a valutare l'accoglienza della nuova normativa nell’Unità Operativa di geriatria, presso l’Ospedale Civile di Baggiovara, andando a valutare se ad ogni manovra contenitiva è seguita la compilazione integrale del modulo, raccogliendo anche le informazioni riguardo a eventuali campi non compilati nel modulo, aspetto su cui porre attenzione in future educazioni di U.O. riguardo contenzioni e normativa. Si è inoltre andati a valutare l'incidenza delle contenzioni e delle conseguenze ad esse associate così come le autonomie del paziente, per capire se ci sono pazienti maggiormente a rischio di essere contenuti o a maggior rischio di andare incontro a gravi ripercussioni nel caso vengano contenuti.
|