Riassunto analitico
BACKGROUND L’HCC è il tumore maligno primitivo del fegato più frequente. E’ al quarto posto per mortalità correlata a cancro nel mondo. In Italia l’incidenza di HCC è pari al 3%, la mortalità è al quinto posto. L’HCC è diffuso principalmente nei paesi orientali dell’Asia, seguito da Europa, Africa e Nord America. L’incidenza si aggira intorno ai 20-35 casi per 100000 abitanti in Asia e nell’Africa sub-sahariana, 10 casi per 100000 abitanti nei paesi dell’area mediterranea e in Nord America, mentre nell’Europa nord-occidentale l’incidenza è pari a 5 casi per 100000 abitanti. Le differenze epidemiologiche dell’incidenza del tumore riflettono una diversa distribuzione geografica dei fattori di rischio, su cui si instaura un quadro di epatopatia cronica. In particolare: il virus dell’epatite B, infezione diffusa maggiormente nei paesi orientali dell’Asia, virus dell’epatite C, abuso alcolico, fumo di tabacco, esposizione ad aflatossine, e, di più recente osservazione, la steatosi epatica non alcolica (NAFLD-NASH). L’HCC si sviluppa più frequentemente nel sesso maschile verosimilmente a causa di meccanismi ormonali e/o diversa espressione di fattori di rischio ambientali. Nei due sessi insorge ad un’età media di 50-60 anni e con maggiore frequenza ai 70 anni. É essenziale identificare precocemente lo sviluppo di HCC nei pazienti cirrotici che presentano un rischio aumentato, inserendoli in percorsi di sorveglianza sanitaria, sottoponendoli a controlli ecografici ogni 6 mesi e a controlli bioumorali seriati. In questo modo si rileva il 70/80% dei casi di neoplasia in stadi precoci asintomatici: la comparsa di segni clinici indica uno stadio ormai avanzato, con aspettativa di vita media <1 anno. Le lesioni sospette sono diagnosticate tramite imaging (ecografia, TC o RM con mezzo di contrasto) che dimostri il pattern vascolare tipico dell’HCC: ipervascolarizzazione arteriosa e rapido wash out in fase portale e tardiva. Per una maggiore completezza diagnostica, o nei casi dubbi, si sottopone il paziente a biopsia del nodulo epatico sospetto per HCC. La biopsia è una procedura molto utile, non solo a scopo diagnostico ma anche prognostico, poiché riesce a fornire informazioni riguardo al microambiente tumorale, il quale ha un ruolo chiave nel determinare l’eterogeneità che contraddistingue l’HCC. I meccanismi con cui il microambiente tumorale modifica l’andamento clinico dell’HCC non sono ancora del tutto chiari e validati, e questo è uno dei campi di ricerca su cui si sta focalizzando la comunità scientifica. OBIETTIVO L’obiettivo dello studio è analizzare e categorizzare i fattori clinici e biologici responsabili dell’eterogeneità e dinamicità dell’HCC, dimostrare come il microambiente e i biomarcatori tumorali, da intendere come possibili fattori predittivi, possano condizionare il decorso clinico dell’HCC. METODI Nello studio è stata analizzata una coorte prospettica di pazienti seguiti dall’Unità Operativa di Gastroenterologia del Policlinico. I pazienti sono stati arruolati al momento dell’esecuzione dell’HVPG. La presenza di HCC è stata esclusa mediante esecuzione di TC o RM. I pazienti sono stati poi seguiti con controlli semestrali o più ravvicinati, a seconda dell’andamento clinico. RISULTATI Negli 8 anni dall’inizio dell’arruolamento, sono stati inseriti nello studio 420 pazienti. Si sono verificati 88 decessi (21.0%) e l’HCC si è sviluppato in 56 (13.3%) pazienti. Sia per la sopravvivenza che per lo sviluppo di HCC, l’età all’arruolamento si è dimostrata un fattore indipendente di rischio, concomitante, per entrambi, con l’entità della ipertensione portale. CONCLUSIONI In una coorte di pazienti seguiti prospetticamente, liberi da HCC all’arruolamento nello studio, età e severità dell’ipertensione portale sono fattori indipendenti di sopravvivenza e mortalità.
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