Riassunto analitico
Fine 2015 – inizio 2019: in questo periodo il Comune di Reggio Emilia propone “QUA – QUArtiere bene comune”, un progetto volto a «rafforzare il sistema di relazioni presenti nei quartieri e nelle frazioni tra il Comune, le associazioni, i volontari e i cittadini attraverso la coprogettazione» . Per valorizzare il protagonismo alla cittadinanza e informare costantemente i propri cittadini, nasce il blog “QUAderno appunti sul quartiere bene comune” che, attraverso specifiche strategie enunciative, racconta lo stato dei progetti avviati, o in corso d’opera, e che tipo di risposta si sta ottenendo dagli abitanti di un determinato quartiere. In un progetto concordato con il Comune riguardante la disseminazione transmediale dei contenuto dei blog, questa vetrina digitale è stata sfruttata a scopo didattico dal docente universitario Damiano Razzoli nel suo corso “Laboratorio di Grafica e Videocomunicazione”, presente al terzo anno della Laurea Triennale in Scienze della Comunicazione, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. A partire dagli articoli pubblicati sul blog, agli studenti universitari è stato chiesto di realizzare dei brevi elaborati audiovisivi volti sia alla promozione di QUA, sia alla presentazione di uno degli stessi. Nel tentativo di far ragionare i ragazzi sul macro-concetto di “remix”, l’insegnante chiede agli alunni di rilanciare il messaggio proposto dal Comune reggiano, dando una personale interpretazione per generare interesse tra i più giovani e prestare attenzione a restituire gli stessi contenuti indipendentemente dalle scelte precedenti. Di fronte a questa situazione nascono alcuni interrogativi a cui vorremmo dare risposta. In che modo è stata recepita l’idea che il Comune di Reggio Emilia si era posto di comunicare? I ragazzi hanno fatto parodia o rispettato l’intectio auctoris originale? Fino a che punto, nell’epoca contemporanea, informazioni “remixate” che rispondono a tecniche bottom-up e grassroots possono essere considerate autorevoli? Le competenze pratiche, possono in questo senso prendere il posto di quelle teoriche? Entrando nel dettaglio, il primo capitolo riguarda un’esposizione teorica, un excursus che parte dai concetti di storytelling, remix e replicabilità, una esamina degli strumenti e delle teorie necessarie per poter arrivare a dare una definizione di “comunicazione partecipata”, concetto fondamentale al fine di proseguire con il secondo capitolo. Qui, dopo una presentazione esaustiva del progetto “QUArtiere bene comune”, si discuterà di “città partecipata”, una locuzione prettamente contemporanea nonché un appellativo che dona prestigio alla propria città verso il quale, per questo motivo, non pochi comuni stanno cercando di arrivare. Si ragionerà poi su come il blog dall’aspetto non canonicamente istituzionale comunica ai suoi cittadini e si condurrà un’analisi semiotica di alcuni elaborati degli studenti. Nel terzo capitolo, infine, si cercheranno esperienze simili da poter mettere a confronto con il progetto di Reggio Emilia. Pensando alle scelte di storytelling adottate nel blog QUAderno come strumento di engagement, può QUA diventare un esempio da seguire per altri comuni italiani che vogliono approfondire tematiche sociali al momento considerate calde e sensibili attraverso lo storytelling?
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