Riassunto analitico
Il tema delle emozioni nei contesti lavorativi si sta sempre più attestando come un interessante filone di studi organizzativi, con analisi e ricerche che si sono soffermate sui vari aspetti dell’emozione stessa: espressione, comunicazione, controllo, … Da molti, questa attenzione e queste ricerche sono state etichettate come una novità in ambito organizzativo, in realtà si tratta di una “riscoperta” delle emozioni come componente dell’ “intelligenza” umana, percepita adesso a fianco (non in opposizione) rispetto alla razionalità calcolante. La tematizzazione delle emozioni nella teoria organizzativa risale almeno agli anni ’30 del secolo scorso allorché Roethlisberger & Dickson (1939) focalizzarono la propria attenzione sugli atteggiamenti delle persone, comprendenti vari aspetti emozionali rilevati come “sentimenti sociali”. Successivamente tali aspetti sono stati operativizzati in vario modo (affective commitment, positive emotions, occupational well-being, burnout,..), grazie ai molteplici contributi, relativi al tema “emotion in organization”, che sono stati offerti dagli anni ’90 ad oggi. Numerose sono state le ricerche condotte da Stephen Fineman che, nel libro “Emotion in organizations” (1993), attraverso vari casi aziendali, evidenzia il potere delle emozioni (utilizzate per sostenere o, all’opposto, per destabilizzare l’ordine organizzativo). Come Fineman diversi autori si sono concentrati sul tema “emotions in organization” nella sua interezza, come Corigliano (2001); Ashkanasy (2003); Elfenbein (2006); Ashkanasy, Zerbe & Härtel (2015); Rafaeli (in press.). Altri si sono invece focalizzati su specifici aspetti del tema emotivo, come la loro espressione, vedi Rafaeli & Sutton (1989); o la loro regolazione, vedi Grandey (2000). La restante parte degli studiosi, si è piuttosto concentrata sulla proposta di varie teorie (e dei relativi strumenti) circa l’ “applicazione” delle emozioni in ambito lavorativo, come l’ “emotional labor” declinato dalla Hochschild (1983,1979) e l’ “Intelligenza emotiva” di Goleman (1997), cui vengono associati vari strumenti tra cui “The Bar-On Model of Emotional-Social Intelligence (ESI)” (2006). Questo elaborato cerca di rivedere e riunire, in un unico quadro, la letteratura ampia e spesso sconnessa sulle emozioni nelle organizzazioni, evidenziando i vari elementi definitori ed esplorando le varie tematiche del concetto di “emozione”, fino a giungere alla trattazione delle teorie e dei risvolti pratici. In tal senso, la prima parte dell’elaborato si sofferma sulle varie visioni e teorie legate alle emozioni, andando ad evidenziare varie tensioni, tra cui: “Espressione Corporea/Attivazione Mentale: viene prima la sensazione dell’emozione o lo stato di attivazione del sistema nervoso autonomo?”; invece la seconda parte tiene conto delle modalità (Gestione / Autoregolazione) e dei livelli (Intrapersonale / Interpersonale) con cui l’organizzazione si interfaccia con l’emozione.
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