Riassunto analitico
Il diabete sta assumendo sempre più le caratteristiche di epidemia, secondo dati OMS è il terzo fattore di rischio per morte prematura dopo l’ipertensione e il fumo. Sono allarmanti i dati dell’International Diabetes Federation del 2015: si stimano 415 milioni le persone affette nel mondo dal diabete con età compresa tra i 20 e 79 anni e nel 2040 si stima che tale numero arriverà a 642 milioni cioè 1 adulto su 10. Il trattamento d’elezione, soprattutto nel diabete di tipo 1, sono le iniezioni d’insulina per via sottocutanea. I ricercatori, già dalla scoperta dell’ormone, hanno cercato vie di somministrazione alternative come la via polmonare e orale. Ci sono diverse motivazioni che hanno spinto in tale direzione tra cui la scarsa compliance del paziente dovuta al numero elevato di iniezioni al giorno associate a dolore, le allergie, le lipodistrofie nel sito d’iniezione e la variabilità dell’assorbimento e d’azione dell’insulina che causa ipoglicemia e non permette il controllo ottimale della glicemia. Questo è dovuto al fatto che l’insulina iniettata non mima la fisiologica secrezione dal pancreas. La via polmonare presenta numerosi vantaggi come l’ampia area vascolarizzata d’assorbimento, il ridotto spessore dell’epitelio e la ampia velocità di scambio delle sostanze. Tale via presenta, però, delle limitazioni, l’assorbimento risulta variabile, ci sono numerosi fattori che lo influenzano come la presenza della clearance muco-cigliare, la presenza di enzimi a livello alveolare, il diametro aerodinamico delle particelle, le caratteristiche dei flussi d’aria, la morfologia delle vie respiratorie, le malattie polmonari e il fumo. In commercio sono entrati Exubera nel 2006 poi ritirato per motivi di marketing e successivamente in America Afrezza. L’assorbimento dell’insulina con tali dispositivi risulta essere più rapido ma l’efficacia risulta paragonabile alle iniezioni. Questa somministrazione è controindicata in pazienti asmatici, ex fumatori e con ridotta funzionalità polmonare; inoltre sono richiesti dalla FDA studi a lungo termine in queste categorie. La via orale rappresenta la via preferita dal paziente. Tale somministrazione consente di mimare maggiormente la secrezione fisiologica: infatti, dopo l’assorbimento intestinale, l’insulina raggiunge il fegato tramite la via porta; questo permette il controllo glicemico ed evita le crisi ipoglicemiche. Tale via presenta numerosi problemi di formulazione legati all'instabilità dell’insulina a pH acido, alla degradazione enzimatica e alla difficoltà di assorbimento intestinale dovute all’alto peso molecolare e alla sua idrofilia. Si sono studiate numerose strategie per aumentare l’assorbimento come l’utilizzo di nanovettori, di promotori dell’assorbimento, di inibitori enzimatici e il targeting di cellule specifiche mediante la coniugazione con ligandi. In sviluppo ci sono diverse formulazioni che, sfruttando diverse strategie, hanno ottenuto dei risultati positivi ma non rappresentano, ad oggi, un vantaggio clinico rispetto alle iniezioni. Nonostante i numerosi passi avanti compiuti in questo campo numerosi altri ne devono essere fatti per ottenere risultati clinici superiori. Inoltre, non meno importante, studi a lungo termine sulla tossicità degli eccipienti usati nelle formulazioni dovranno essere effettuati.
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