Riassunto analitico
INTRODUZIONE: I disturbi di personalità sono diventati argomento di grande interesse per la neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza in quanto solo negli ultimi anni è stato possibile osservare come alcuni pattern disfunzionali della personalità potessero essere già francamente presenti e invalidanti in soggetti minori. Frequentemente ad essi associato, il Non Suicidary Self Injury (NSSI) rappresenta una condotta che solo dalla quinta edizione del DSM ha acquisito connotazione indipendente; precedentemente veniva considerato come elemento precursore dell’agito suicidario o sintomo dei disturbi di personalità.
OBIETTIVO: L’obiettivo primario dello studio è quello di analizzare e descrivere le principali caratteristiche epidemiologiche del campione oggetto di studio: pazienti minori con comportamenti autolesivi identificati con l’indice “X” nell’ICD 10 o con diagnosi di disturbo di personalità.
METODI: Il presente studio è di tipo retrospettivo e riguarda una coorte di pazienti della NPIA dell’Azienda USL – IRCCS di Reggio Emilia a cui è stato attribuito il fattore “X” (autolesionismo secondo ICD 10) o che hanno ricevuto diagnosi di disturbo di personalità (F60-69 secondo ICD 10). Il campione è costituito da un totale di 63 minori di età compresa tra i 12 e i 18, dei quali sono state raccolte informazioni cliniche e demografiche come, tra le altre: frequenza scolastica, capacità di relazione con i pari, eventuale uso di sostanze stupefacenti e setting terapeutico.
RISULTATI: I dati sono stati analizzati e descritti nella loro forma aggregata. Sono state condotte analisi descrittive utilizzando le statistiche appropriate (frequenza assoluta e percentuale; media e deviazione standard), le quali hanno evidenziato che la condotta autolesiva è presente nell’81% dei pazienti, così come l’abuso di sostanze e una inadeguata capacità di socializzazione con i pari che si manifestano in proporzioni simili. La frequenza scolastica insufficiente rappresenta un’altra problematica rilevante, con una prevalenza del 69,8%. L’87% dei pazienti ha ricevuto una o più diagnosi oltre a quella principale e il trattamento farmacologico è risultato necessario per il 75% del campione.
CONCLUSIONI: I risultati ottenuti ci permettono di ipotizzare che possa esistere una associazione fra l’insorgenza dei disturbi di personalità negli adolescenti e la loro esposizione al trauma nelle varie forme in cui esso può presentarsi. Inoltre, possiamo sempre ipotizzare che il disturbo di personalità sia in comorbilità con disordini del comportamento alimentare o attuazione di condotte a rischio.
|