Riassunto analitico
Il suicidio è un problema di dimensioni mondiali; secondo i dati raccolti dalla World Health Organization, nel 2016 il suicidio costituisce la 18esima causa di morte nel mondo e l'1.4% di tutti i decessi nel mondo. Obiettivi. Vista l’entità del fenomeno, lo studio esposto in questa tesi ha l’obiettivo di individuare fattori suicidari specifici e l’eventuale esistenza di una correlazione con il dolore mentale. Nel dettaglio, gli obiettivi dello studio sono: 1. Valutare la relazione tra familiarità e dolore mentale; 2. Valutare la relazione tra familiarità, età e dolore mentale. Metodologia. Per condurre lo studio è stato raccolto un campione di 73 pazienti, di cui 39 con familiarità positiva (casi) e 34 con familiarità negativa (controlli), arruolati presso il territorio dell’AUSL di Modena, tramite colloquio clinico e la somministrazione di una scheda anamnestica e le seguenti scale psicometriche: Suicide Columbia Severity Rating Scale (C- SSRS), Beck Hopelessness Scale (BHS), Childhood Trauma Questionnaire (CTQ), Psychache Scale (PAS), Mental Pain Questionnaire (OMMP). Successivamente ciascun gruppo è stato ulteriormente suddiviso in base all’età (minore o maggiore o uguale a 45 anni).
Risultati. Nell'ambito delle caratteristiche socio-demografiche, nel campione totale la maggior parte dei soggetti risulta essere separato, vedovo o celibe; questa variabile risulta essere statisticamente significativa nei due gruppi, seppur con evidenza debole. Anche il disturbo psichiatrico attuale è una variabile che differenzia significativamente i due gruppi, seppur con evidenza debole; nel campione totale, sono prevalenti i disturbi bipolari, al secondo posto per frequenza troviamo i disturbi di personalità. Nel gruppo dei casi, rispetto al variare dell’età, i due sottogruppi presentano differenze statisticamente significative per tre variabili: stato civile, stato abitativo e attività lavorativa (quest’ultima con evidenza statistica debole). Nel gruppo dei controlli, rispetto il variare dell’età, i due sottogruppi presentano differenze statisticamente significative solo per il profitto degli studi. Non si osservano differenze statisticamente significativa tra casi-controlli e tra l’appartenenza ad uno dei due gruppi ed età rispetto a: patologia psichiatrica pregressa, tipo di disturbo di personalità, comorbidità, terapia farmacologica, eventi di vita significativi e TS remoti. Non sono presenti differenze statisticamente significative nei campioni in esame rispetto alle valutazioni mediante scale psicometriche. Un limite dello studio è dato dall’assenza nel campione di pazienti acuti e di soggetti non in carico ai servizi psichiatrici territoriali che tuttavia potrebbero presentare ideazione suicidaria. Si precisa che oltre alla valutazione dell’età, utilizzata come misura indiretta dalla transizione peri-menopausale, non sono state eseguite misurazioni biochimiche riguardanti lo stato ormonale di ciascuna paziente. Inoltre, si ricorda che la valutazione anamnestica e farmacologica non era volta ad individuare lo stato ormonale della donna bensì dati puramente psichiatrici; non si è tenuto conto né di possibili fattori interferenti di tipo “ginecologico” (gravidanze precedenti, terapie estro-progestiniche, menopausa farmacologica, chemioterapie) né di fattori interferenti di altro tipo (ad esempio, stato di attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, stress, terapie cortisoniche in atto). Un altro limite riguarda il mettere a confronto questionari che si riferiscono ad un preciso arco temporale (BHS si riferisce alla settimana precedente rispetto alla somministrazione del questionario) con questionari che non presentano un tempo di riferimento (OMMP e PAS).
|