Riassunto analitico
Il Covid-19 ha modificato completamente la nostra quotidianità, la vita personale e collettiva, riuscendo a destabilizzare i pensieri e a sgomentare le nostre emozioni più profonde. Sono stati mesi molto difficili, traumatici in numerosi casi. Infatti il virus ha portato conseguenze molto gravi in ambito sociale: sono aumentati del 60% i divorzi e le violenze famigliari. I genitori si sono ritrovati a riempire e a condividere un tempo che non hanno mai provato sulla pelle, cioè quello di stare con i propri figli per numerose ore al giorno. I bambini di ogni età si sono dovuti adattare a una situazione paradossale e irreale, in cui l’ abbraccio di un amico, il saluto dell'educatrice, la visita dai nonni alla domenica e le risate con i compagni sono cessati da un momento all'altro. Il nervosismo, la rabbia e la paura dell'estraneo sono stati, in questi mesi, i costanti compagni di viaggio degli adulti, ma soprattutto dei bambini, partendo dai più piccoli fino ad arrivare a quelli più grandi. Non c'è distinzione, visto che il malessere e il disagio sono stati provati e vissuti costantemente in maniera univoca. Essendo una studentessa ma anche educatrice ho voluto scrivere questa tesi, che mette in luce le problematiche, le criticità del percorso affrontato, ma anche le soddisfazioni che le mie colleghe ed io, abbiamo provato per cercare di far vivere ai nostri bambini, frequentanti un nido d’infanzia del territorio reggiano, una situazione di normalità che è stata rubata loro e che ha portato difficoltà sociali e relazioni con la riapertura delle scuole da Settembre e nei primi mesi successivi. Abbiamo lottato contro la regressione, alla mancanza di voglia al gioco e alla scoperta, alla paura dell'altro e del diverso, alla difficoltà di comunicazione a causa delle mascherine e alla limitatezza degli spazi. Si è dovuto, per necessità e sicurezza sanitaria, modificare gli ambienti, le routine, i giochi da utilizzare, gli spazi all'aperto e il contatto umano. Di conseguenza, il focus principale era lavorare sui e con i bambini, per renderli i protagonisti indiscussi, insieme alla loro emotività, attraverso la creazione di un progetto annuale legato all’ambiente esterno e ai suoi materiali naturali, con il fine di recuperare il tempo perso nei mesi precedenti, per cercare di lavorare sulle sensazioni e sui sentimenti contrastanti, sulla meraviglia della scoperta e dell’autonomia, sulla loro incapacità di gestire inizialmente la rabbia e lo stress che logoravano il loro piccolo stomaco da troppo tempo. I protagonisti della ricerca sono i 23 bambini della sezione Verde, ma, considerato il gran numero, ho deciso di osservare in maniera specifica 4 di loro, in base alla fascia d'età, quindi si sono formati tre piccoli gruppi, composti da due maschi e due femmine, per un totale di totale 12 infanti. Siamo arrivate a Giugno con grande consapevolezza che tutto il lavoro che svolto è stato ripagato, apprezzato dai bambini attraverso il loro modo di giocare, sorriderci e di vivere la sezione. Anche i genitori che li hanno visti cresciuti, avevano compiuto tanti piccoli passi guadagnando una maggior maturità e consapevolezza, erano più sereni, responsabili di se stessi e pronti ad affrontare la giornata. Abbiamo ottenuti risultati meravigliosi, i nostri obiettivi sono stati raggiunti con successo attraverso sperimentazioni molteplici, inusuali e cariche di fare, utilizzando il gioco come strumento privilegiato per sviluppare il pensiero creativo, la voglia di cooperare e di trasmettere la propria interiorità. Non li abbiamo spinti a primeggiare, poiché è il modo migliore per farli sentire ultimi inadeguati ma incoraggiati ogni giorno a fare del loro meglio, mettendo in pratica impegno, costanza e rispetto reciproco, dando colore attraverso le emozioni. È stato un gioco di squadra in cui noi educatrici ci siamo prese la responsabilità di seguirli in questo percorso di crescita e consapevolezza.
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