Riassunto analitico
Introduzione: La demenza è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da marcate alterazioni cognitive distinta in base all’età di esordio, ≥65 anni in forme a esordio tardivo (LOD, Late Onset Dementia), e ad esordio precoce (EOD, Early Onset Dementia) se <65 anni, entrambe con un quadro clinico eterogeneo comprendente diversi sottotipi ad eziologia sostanzialmente ignota ad eccezione delle forme di origine vascolare. Vi sono tuttavia diversi elementi che suggeriscono un ruolo dei fattori ambientali, con particolare attenzione negli anni recenti all’impatto dell’inquinamento atmosferico e dell’urbanizzazione. Scopo di questa indagine è dunque quello di valutare il possibile ruolo eziologico dell’esposizione ad un fattore ambientale, la luminanza notturna (LAN, outdoor artificial light at night), con il rischio di demenza, analizzando analogie e differenze tra le forme di demenza ad esordio tardivo e ad esordio giovanile. Metodi: Utilizzando un disegno di studio di tipo caso-controllo sono stati arruolati pazienti affetti da demenza ad esordio precoce (EOD) e demenza ad esordio tardivo (LOD) diagnosticati nella provincia di Modena e afferenti presso i centri per i disturbi cognitivi e demenze degli ospedali di Modena-Baggiovara e di Carpi, gli unici due presenti in provincia. I controlli sono stati reclutati tra i caregiver di pazienti affetti da demenza afferenti agli stessi ambulatori. Per ogni soggetto è stata ricostruita la storia residenziale ed è stato georeferenziato l’indirizzo di residenza alla data della diagnosi per i casi o alla data di reclutamento per i controlli purché fosse stabile per almeno 5 anni. L’esposizione a LAN è stata valutata tramite le immagini di radianza notturna usando il valore mediana del 2015, liberamente disponibile tra i dati raccolti dai satelliti della costellazione JPSS (Joint Polar-orbiting Satellite System). È stato calcolato il rischio di demenza calcolando gli odds ratio (OR) e gli intervalli di confidenza (IC) al 95% associati all’aumento dell’esposizione a LAN sia usando categorie fisse (<10, 10-40, >40 nW/cm2/sr), nonché utilizzando un modello di regressione non lineare (spline) con tre nodi (10°, 50° e 90° percentile). Risultati: In totale sono stati reclutati 146 soggetti, 58 casi EOD, 34 casi LOD, 54 controlli. Per quanto riguarda il livello di esposizione a LAN, i dati ottenuti nei controlli e nei casi EOD sono sovrapponibili; al contrario nei casi LOD si registrano valori più elevati. L’analisi del rischio per aumento dell’esposizione a LAN ha evidenziato un aumento del rischio di EOD per la categoria di esposizione intermedia (OR=1,36, IC 95% CI 0,54–3,39), non confermato nella categoria a maggiore esposizione (OR=1,04, IC 95% 0,32–3,34). Al contrario, il rischio di LOD risulta aumentato al crescere dell’esposizione a LAN, con OR di 2,58 (IC 95% 0,26–25,97) e 3,50 (IC 95% 0,32–38,87) rispettivamente nella categoria espositiva intermedia e superiore. Per quanto riguarda l’analisi del rischio tramite spline, non si evidenzia una variazione del rischio di EOD all’aumentare dei livelli di LAN, mentre per il LOD è possibile evidenziare un aumento pressoché lineare all’aumentare dei livelli di luminanza. Infine, dopo analisi stratificata per tipo di demenza, è emerso un aumento del rischio di AD sia ad esordio precoce che tardivo. Conclusioni: Nonostante i limiti dello studio per il disegno di tipo caso-controllo, le stime a volte molto imprecise per il basso numero di soggetti esposti ed il rischio di distorsioni cosiddette di confondimento, questa indagine suggerisce un possibile ruolo della luminanza notturna nell’eziologia della demenza. In particolare, tali risultati evidenziano l’esistenza di alcune possibili differenze tra le due forme di demenza a esordio tardivo e a esordio precoce, suggerendo una possibile associazione positiva per le sole forme a esordio tardivo e per AD come tipo di diagnosi.
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