Riassunto analitico
Il laser giallo micropulsato sottosoglia con lunghezza d’onda di 577nm è una tipologia di laser innovativa che sta acquisendo rilevanza sempre maggiore nel trattamento delle patologie retiniche. Tale tecnica permette un controllo fine dell’aumento termico procurato al tessuto retinico rilasciando l’energia laser in una serie di microimpulsi ripetuti. Al contrario del laser a onda continua tradizionale, il tempo di intervallo fra ogni impulso permette al tessuto di raffreddarsi, non raggiungendo la temperatura che ne causa la cicatrizzazione e il conseguente danno permanente.
In Letteratura non sono presenti indicazioni univoche e universalmente approvate riguardo ai parametri dosimetrici fissi da utilizzare per il trattamento delle diverse patologie retiniche. Questo studio ha lo scopo di valutare l’efficacia del laser giallo micropulsato sottosoglia nel trattamento di pazienti affetti da edema maculare diabetico e corioretinopatia sierosa centrale, confrontando, per entrambe le patologie, due diverse metodiche aventi parametri dosimetrici differenti per quanto riguarda la potenza, la dimensione dei punti di impatto del laser (spots) e il numero degli stessi.
La nostra casistica comprende un totale di 46 occhi, di cui 20 affetti da edema maculare diabetico e 26 affetti da corioretinopatia sierosa centrale, sottoposti a trattamento laser giallo micropulsato sottosoglia utilizzando le due differenti tecniche. La prima è caratterizzata dai seguenti parametri: potenza fissa di 400mW, diametro degli spot di 200 µm per un totale di circa 400 spots, tempo di esposizione di 200 ms e duty cycle del 5%. La seconda ha potenza fissa di 250mW, diametro degli spot di 100 µm per un totale di circa 800 spots, tempo di esposizione di 200ms e duty cycle del 5%. Le variabili che sono state analizzate per definire l’efficacia del trattamento sono la miglior acuità visiva corretta (BCVA) e lo spessore maculare centrale (CMT), controllate prima del trattamento, a 1 mese e a 3 mesi dal trattamento.
Dalle nostre analisi entrambe le metodiche si sono rivelate sicure ed efficaci nel miglioramento della BCVA e del CMT in entrambe le patologie. Dai dati ottenuti è emerso che i pazienti affetti da edema maculare diabetico sottoposti al trattamento con la metodica 1 vadano incontro a una riduzione maggiore del CMT in seguito al trattamento, rispetto alla metodica 2. Le metodiche hanno, invece, efficacia sovrapponibile nei pazienti affetti da corioretinopatia sierosa centrale, per entrambe le variabili analizzate. Allo stato attuale, le differenze fra le due metodiche non rappresentano dati statisticamente significativi (p>0,05) e ciò potrebbe essere dovuto alle dimensioni del campione analizzato. Sarà necessario ampliare ulteriormente la casistica di pazienti per confermare i risultati.
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