Riassunto analitico
Le fratture orbitarie sono un reperto frequente nell'ambito della traumatologia facciale. La figura del chirurgo maxillo-facciale è determinante nel garantire una corretta diagnosi e un trattamento adeguato, che consenta di ripristinare l'integrità estetica e funzionale del distretto interessato. Le indicazioni all'intervento chirurgico dipendono dalla combinazione di criteri clinici e radiodiagnostici, raccolti attraverso un attento esame obiettivo e una valutazione TC.
Nell’Ospedale Policlinico di Modena, presso l’U.O.C. di Chirurgia Maxillo-Facciale, sono stati trattati chirurgicamente negli ultimi 20 anni oltre 1100 pazienti con fratture facciali. Abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione sulle fratture orbitarie, considerato che rappresentano più della metà della casistica e vista anche la scarsità di riferimenti sull’argomento in letteratura. Abbiamo raccolto in maniera retrospettiva informazioni relative a eziologia, comorbidità, pattern di frattura, clinica, tempistiche e modalità di intervento, concentrando l’attenzione dello studio sulle complicanze post-operatorie e sugli esiti estetico-funzionali a medio e lungo termine. Cadute accidentali e incidenti stradali sono risultate le due cause più frequenti di traumi in questo distretto, le fratture COMZ si sono rivelate come pattern più rappresentato. Molto raramente si sono verificate delle complicanze e in pochissimi casi è stata necessaria una revisione chirurgica. Nonostante gli ottimi risultati estetico-funzionali, una quota rilevanti di pazienti ha mantenuto a distanza dall’intervento un grado variabile di parestesia in regione infraorbitaria.
Il trattamento chirurgico di riduzione e fissazione con placche e mesh in titanio si conferma come un approccio sicuro ed efficace, nei pazienti con fratture orbitarie, nel ripristinare la fisionomia e l’estetica del volto e garantire la funzione delle strutture coinvolte.
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