Riassunto analitico
BACKGROUND I pazienti cirrotici presentano una maggiore incidenza di infezioni rispetto alla popolazione generale. Le infezioni che si presentano più di frequente sono: peritonite batterica spontanea (25%), infezioni delle vie urinarie (20%), polmonite (15%).Frequentemente queste hanno una presentazione paucisintomatica e un decorso subdolo. Il problema delle infezioni è molto rilevante nei pazienti cirrotici in quanto i pazienti scompensati presentano un maggior rischio di morte dovuto a sepsi (fino al 35-40%). Inoltre le infezioni batteriche rappresentano il principale "trigger" per lo sviluppo di ACLF (30-57% casi) che una mortalità a 28 giorni circa del 50%. In letteratura sono stati studiati numerosi marcatori che potessero essere in grado di predire l'infezione in modo precoce come ad esempio TNF-alfa, IL-6 e IL-8, proteina legante LPS, presepsina, resistina. Da questi studi la PCT si è dimostrata più accurata rispetto a PCR, IL-6, IL-8 nella diagnosi di PBS. Tuttavia non vi è accordo su migliore cut-off di PCT per la diagnosi di infezione/sepsi nel cirrotico e gli studi condotti in precedenza utilizzavano i criteri SIRS per la definizione di sepsi superati ormai dai nuovi "Third International Consensus Definitions of Sepsis and Septic Shock (Sepsis-3)".
OBIETTIVI DELLO STUDIO L'obiettivo principale dello studio è doppio: (1) descrivere l'accuratezza di PCR e PCT nella diagnosi di sepsi secondo gli attuali criteri Sepsis-3 e (2) descrivere il peso di PCR e PCT nella stratificazione del rischio di morte a 28 giorni in una popolazione di cirrotici scompensati per ascite. Obiettivi secondari sono: (1) caratterizzare le infezioni occorse nella popolazione in studio; (2) descrivere l'accuratezza di PCR e PCT nella diagnosi di infezione; (3) descrivere l'andamento di PCR e PCT a 48 ore dall'iniziale somministrazione della terapia antibiotica e il peso del loro valore nella stratificazione del rischio di morte a 28 giorni.
METODI E' stato condotto uno studio prospettico di coorte, monocentrico che ha adottato come popolazione in studio tutti i pazienti ricoverati presso la UOC di Gastroenterologia del Policlinico da Gennaio 2015 a Luglio 2018. Sono stati inclusi tutti quei pazienti con: diagnosi clinica/radiologica/istologica di cirrosi indipendentemente dall'eziologia, pazienti con presenza di scompenso ascitico con ascite clinica (grado ≥ 2) al momento dell'arruolamento e pazienti con età > 18 anni. Sono stati esclusi tutti i pazienti con terapia antibiotica già in atto al momento dell'arruolamento o precedente trattamento antibiotico terminato da meno di 7 giorni, pazienti con ultimo ricovero terminato da meno di 7 giorni, con insufficienza epatica acuta/subacuta in assenza di cirrosi, con cirrosi senza ascite, con posizionamento di shunt intraepatico portosistemico transgiugulare (TIPS), con concomitante neoplasia non epatica o epatocarcinoma (HCC) fuori dai criteri di Milano, in stato di gravidanza, con chirurgia o trauma maggiore nei 30 giorni precedenti l'arruolamento, con precedente trapianto di fegato e/o di altri organi solidi
RISULTATI Quanto emerso dallo studio è che Sia PCT che PCR sono indicatori indipendenti di presenza di sepsi nel paziente cirrotico con scompenso ascitico. I cut-off con miglior performance diagnostica per PCT e PCR sono rispettivamente 0.5 ng/ml e 2.37 mg/dl. L'alterazione contemporanea di PCT e PCR intercetta il maggior numero di pazienti con sepsi. Valori basali di PCT o PCR non sono fattori indipendentemente correlati alla morte, mentre lo sono ACLF e presenza di Sepsis-3. La modificazione di PCT a 48 ore, ma non di PCR, nel sottogruppo di pazienti trattati con antibioticoterapia e con criteri di Sepsis-3, rappresenta un fattore prognostico indipendente di morte. La variazione di PCT a 48 ore dall'inizio della terapia antibiotica potrebbe suggerire la necessità di incrementare l'intensità delle cure e l'ampliamento dello spettro antibiotico.
|