Riassunto analitico
ABSTRACT Questo lavoro nasce dal desiderio di analizzare e approfondire il fenomeno del pregiudizio, le sue relative strategie di riduzione e il bullismo nelle sue diverse manifestazioni. La scelta di affrontare questa tematica è motivata dalla recente e crescente frequenza di episodi di violenza, sia fisica che verbale, che interessano e che hanno luogo all’interno delle istituzioni scolastiche e che configurano un quadro sociale ed educativo critico. La realtà scolastica costituisce un momento importante nella vita quotidiana del bambino permettendogli di esperire differenti modalità di interazione sociale, apprendere le regole di comportamento e sviluppare le capacità cognitive ed emotive. L’ambiente scuola può essere teatro sia di condotte pro-sociali che di comportamenti aggressivi e discriminatori che alterano profondamente lo sviluppo psico-fisico degli individui. In questo elaborato è stato analizzato un excursus di tematiche relative al pregiudizio che, spesso, sconfina nel bullismo, si sono tracciate alcune strategie volte alla loro riduzione e presentato una ricerca che vuole misurare, nei bambini, le variabili funzionali a riconoscere e a ridurre la dinamica del bullismo. Nel primo capitolo è stato esaminato il concetto di pregiudizio, partendo dalla definizione data da Allport (1954) come sentimento di antipatia verso l’altro, si sono analizzate le sue diverse sfaccettature, arrivando a definire e approfondire gli stereotipi intesi come una serie di impressioni generalizzate, nella quale specifiche caratteristiche, positive o negative, vengono attribuite a tutti coloro che appartengono a quel gruppo. Il fenomeno dello stereotipo porta inevitabilmente al processo della categorizzazione sociale e, come sostiene lo psicologo Donald T. Campbell (1956), è funzionale per favorire una maggiore distinzione fra le persone. Nel secondo capitolo è stato affrontato il tema del bullismo, definito dallo psicologo Dan Olweus (1993) come “Atti aggressivi e intenzionali eseguiti da un gruppo o da un individuo ripetutamente e nel tempo contro una vittima che non può difendersi facilmente”; sulla base di questa definizione si sono approfondite le personalità che contraddistinguono i bulli, le vittime e gli astanti e le dinamiche reciproche che intercorrono tra i diversi protagonisti. A seguito, sono state analizzate le strategie di contrasto al bullismo attraverso il contatto immaginato, funzionale a diminuire i comportamenti discriminatori e il programma “KiVa” allo scopo di verificare l’empatia cognitiva e affettiva in grado di produrre sensibilità nell’autore di bullismo. Nel terzo capitolo sono state proposte le diverse tipologie di contatto che, se messe in atto, risultano utili a riconoscere e a ridurre le manifestazioni di pregiudizio. In particolare, sono stati evidenziati i benefici e i limiti del contatto diretto (modello della decategorizzazione, modello della categorizzazione, modello dell’identità comune) e indiretto (contatto esteso, contatto vicario, contatto immaginato) per comprendere meglio la loro applicabilità. Nel quarto e ultimo capitolo sono stati presentati i dati di una ricerca condotta in ambiente scolastico sulla tematica del bullismo, al fine di indagare la capacità metacognitiva dei bambini e la loro modalità di risposta verbale e comportamentale a seconda dei contesti specifici presentati. Sono state registrate determinate variabili e creati appositi indici per rilevare quale variabile risultasse centrale a contrastare il bullismo e attuando strategie di intervento basate sul contatto per incrementare norme di comportamento positive verso il soggetto o i gruppi discriminati.
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