Riassunto analitico
Data la relazione epidemiologica tra immunosoppressione cronica, HIV, HPV e cancro anale, i pazienti ad alto rischio dovrebbero essere sottoposti a screening, grazie ai quali la diagnosi precoce e il trattamento dei disturbi anali, correlati spesso all'HPV, comporterebbero una sostanziale riduzione dell’incidenza del carcinoma anale e delle relative conseguenze, nonché della riduzione dei costi sostenuti dal SSN per il trattamento delle neoplasie allo stadio avanzato e la conseguente ospedalizzazione di tali pazienti. Si dovrebbe investire una parte dei fondi sanitari nella dotazione di tutti gli ambulatori specialistici di proctologia di un’HRA, ovviamente previa formazione del personale addetto. E’ inutile possedere i mezzi per salvare tante vite, se poi davanti al minimo ostacolo si rinuncia al loro impiego, specialmente se l’ostacolo in questione è dato dalla disponibilità di esigui fondi per l’acquisto dell’equipaggiamento e dalla formazione del personale. Ci troviamo a vivere in un’era in cui la popolazione ad alto rischio per carcinoma anale risulta essere sempre maggiore, per questo motivo si devono prendere seriamente in considerazione tutte le metodiche di prevenzione di cui forniamo, dall’educazione, alla vaccinazione contro l’HPV (da estendere ai pazienti immunocompromessi HIV-), all’HRA.
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