Riassunto analitico
Il tema principale di questo elaborato è il confronto tra la politica culturale del Museo di Castelvecchio a Verona e le grandi esposizioni blockbuster con scopi di lucro, organizzate dalla società privata Linea d’Ombra, entrambe promosse dal Comune di Verona. Il lavoro è suddiviso in quattro capitoli: il primo introduce il Museo di Castelvecchio da un punto di vista storico e architettonico; in particolar modo si evidenzia l’arrivo alla Direzione dei musei civici di Licisco Magagnato nel 1955, interessato al rinnovamento sia delle collezioni artistiche, sia dei musei. Tra i vari interventi da lui commissionati si trova quello del restauro e del riallestimento di Castelvecchio affidato all’architetto Carlo Scarpa che realizza uno degli esempi più importanti a livello mondiale della moderna architettura e museografia sviluppatasi nel secondo dopoguerra. Il secondo capitolo introduce brevemente gli eventi principale della storia artistica veronese, dalla fine del Trecento al Settecento, evidenziando le figure principali che hanno dato un contributo allo sviluppo del linguaggio pittorico a Verona. Il capitolo seguente esamina una selezione di quattordici mostre temporanee, e dei rispettivi cataloghi, dedicate ad antichi maestri legati al territorio, organizzate dalla Direzione Musei d’Arte e Monumenti veronesi tra il 1958 e il 2014. Si tratta di iniziative di qualità e valore scientifico, emblema della costante attività di studio, ricerca, tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio artistico locale da parte del museo. Il quarto e ultimo capitolo presenta le tendenze che hanno colpito il mondo della cultura negli ultimi vent’anni, tra queste troviamo: la proliferazione di mostre di scarsa qualità scientifica che hanno portato ad una vera e propria “mostramania” e il rischio di un’offerta unitaria e la conseguente monocultura, cancellando così le differenze culturali; l’arrivo sulla scena di soggetti privati che si sostituiscono sempre di più alle amministrazioni pubbliche e fanno i loro interessi proponendo eventi di grande richiamo ma privi di un progetto storico-artistico educativo; la creazione di musei spettacolari, per cui l’edificio stesso diventa centro d’attrazione turistica e luogo dove trascorrere il tempo libero; la diffusione di musei “multinazionali” con filiali in tutto il mondo e con scopi dichiaratamente commerciali. Una serie di eventi che hanno messo in crisi le istituzioni museali privandole, da un lato, di visitatori, dall’altro, di fondi pubblici destinati invece alla promozione di mostre di massa, mettendone così a rischio la sopravvivenza. Segue un fatto di cronaca che ha colpito Verona nel 2008, conosciuto come il “caso Goldin”, che ben sintetizza quanto detto nel paragrafo precedente; anno in cui il Comune di Verona stipula un accordo con un gruppo privato specializzato nell’organizzazione di grandi mostre evento, per portare in città una serie di iniziative presso il palazzo della Gran Guardia. Questo paragrafo evidenzia come spesso, a causa della “miopia” di alcune amministrazioni illuse di poter richiamare visitatori, e quindi indotto, si promuovano iniziative di grande richiamo con effetti, alla fine, disastrosi sia per la città che per i musei locali. Si conclude l’elaborato con l’analisi delle due mostre blockbuster realizzate tra il 2013 e il 2014 a Verona da Linea d’Ombra. Appare subito evidente come queste si distinguano dalle rassegne precedentemente analizzate, per l’interesse di carattere commerciale e per cui lo scopo educativo viene quindi annullato in favore di uno “emozionale” e di intrattenimento. In conclusione, presentando la realtà culturale veronese, si è voluto dimostrare come esista ancora qualche buon esempio di valore, come il Museo di Castelvecchio, capace di rinnovarsi e rispondere alle nuove esigenze di mercato senza cambiare la sua natura di istituzione con scopi sociali e educativi.
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Abstract
ART EXHIBITIONS IN VERONA FROM 1958 TO 2014. THE MUSEUM OF CASTELVECCHIO: AN EXAMPLE TO FOLLOW
The paper analyses a selection of temporary art exhibitions that took place in Verona at Castelvecchio, the Museum of the City, from 1958 to 2014, as examples of good cultural offer based on scientific projects. Art exhibitions are the result of the commitment of the Museum that during these occasions can communicate its constant activity of study, research, acquisition and conservation.
The aim of this paper is, therefore, to show how there still exists good exhibitions of paintings in a context where art is always considered a commercial product which has to entertain and move.
The work is divided into 4 chapters: the first one introduces Castelvecchio from a historical and architectural point of view. It focuses mainly on the arrival of the Museum Director Licisco Magagnato in 1955.
Licisco Magnato starts a period of renovation of museum buildings and their collections.
The work on Castelvecchio is commissioned to the architect Carlo Scarpa, who, according to the new principles of museography developed in the Fifties, creates one of the most important building of the modern architecture.
Chapter number two describes briefly some main events (from the 15th Century to the 18th Century) important for the development of the pictorial language in Verona.
The third chapter is the analysis of 14 exhibitions organized by the Museum of Castelvecchio, from 1958 to 2014, and their catalogues. Good and scientific projects about local heritage and its main protagonists. All the events are part of a virtuous tradition started by Licisco Magagnato and continued by the other Directors. There is, therefore, always a reference to some other previous exposition.
The following chapter is about the factors in the current cultural market that may threaten the existence of museums, such as: private companies that manage the cultural offer; proliferation of big and expensive exhibitions, which have the only purpose to make easy money and the abuse and the 'spectacularization' of art that deprives museums of their masterpieces, visitors and public money.
The risk of monoculture and the destruction of diversity due to the similarity of exhibitions which show always the same well-known artists, the same paintings, using the same commercial approach.
The final chapter is mainly dedicated to Linea d’Ombra, a for profit group specialized in the organization of big events which have the only objective of attracting people to make profits; there are no educative purposes nor scientific projects. Although the city of Verona has a huge art patrimony, the City Council made an agreement with Marco Goldin, founder of Linea d’Ombra, for providing a series of events.
Some Public Administrations believe that big blockbuster events bring tourist and money to the city and, therefore, they hire some external company without thinking that they may damage their museums which fight to survive. Furthermore in contradiction, big shows tend to appeal to one-day tourists and all the profits they make, are needed to cover their expenses.
The last two paragraphs analyze two big events, which took place in Verona, organized by Linea d’Ombra. It is evident how they differ from the previous exhibitions by Castelvecchio for their commercial, not educational, purposes.
The case of Verona is emblematic for this kind of work since it has demonstrated how the Museum of Castelvecchio is an institution that goes against current (often negative) trends. It uses the exhibitions as a laboratory through which it communicates its activity and tries to engage visitors with educative and scientific projects. It responds positively to the external changes without succumbing to them.
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