Riassunto analitico
L’assunto centrale della tesi qui esposta è la presentazione degli aspetti pedagogici a sostegno della Biodanza come metodologia a mediazione corporea, cercando di farne emergere le prospettive educative in età evolutiva, anche attraverso l’analisi e la narrazione di un’esperienza. Il percorso di ricerca, scandito nei singoli capitoli, inizia con un approfondimento sul valore dell’educazione alla corporeità, ponendone in rilievo gli obiettivi di formazione globale della personalità incentrata sul riconoscimento, accettazione e valorizzazione del proprio e altrui essere corpo, oltre alla necessita di incorporare la conoscenza alla propria soggettività ed esperienza. Queste riflessioni propongono il movimento, l’affettività e la relazione educativa come strumenti fondamentali per la cura della dimensione conviviale e solidale del gruppo classe e per il benessere di ogni bambino. La scuola, dal 1985, propone la corporeità come valore, sia definendo come finalità del percorso scolastico lo sviluppo di tutte le dimensioni dell’individuo, sia delineando gli obiettivi dell’educazione motoria, divenuta disciplina di pari dignità alle altre. Nonostante queste aperture, la scuola italiana mostra, oggi poca preparazione da parte degli insegnanti, a causa della formazione non adeguata, all’insegnamento delle molteplici possibilità e strumenti dell’educazione motoria, tra cui la danza. Inoltre mostra la carenza di azioni mirate all’educazione affettiva e la totale assenza anche nei programmi ministeriali dell’importanza della condizione sistemica dell’essere umano e la sua interdipendenza con le altre forme di vita. La Biodanza può considerarsi uno strumento utile per lo sviluppo delle abilità espressive, comunicative ed affettive dei bambini a scuola. Nata per rispondere all’insorgere di nuovi problemi sociali legati alla contemporaneità come la dissociazione tra uomo e natura, tra corpo e mente e tra affetto e ragione, essa propone una visione complessa, sistemica e biocentrica dell’essere umano, proponendo la valorizzazione dell’espressività delle differenze di ogni bambino attraverso una metodologia inclusiva, la quale riesce a dar voce alle diverse capacità motorie, affettive, espressive e cognitive. La seconda parte della tesi presenta la narrazione di un’esperienza in una classe quarta di scuola primaria, dove vengono scanditi tutti i passaggi progettuali del percorso, dalla quale emergono alcune riflessioni ed esiti da verificare tramite un controllo maggiormente accurato dei dati. Da questa esperienza vengono delineate alcune prospettive educative della Biodanza in relazione alle capacità di uno specifico gruppo di bambini e di un caso in particolare. Questa ricerca sul campo pone in evidenza l’importanza dello sviluppo del linguaggio espressivo e comunicativo del corpo per dare la possibilità ai bambini di esprimersi, sentendosi valorizzati e integrati nel gruppo, facendo anche emergere le proprie potenzialità, che a volte, in altri ambiti o discipline non affiorano. Inoltre, emerge dalle parole dei bambini che la dimensione relazionale e socializzante dell’attività ha dato loro la possibilità di conoscersi meglio e di rafforzare le amicizie.
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