Riassunto analitico
“Ars Obstetricia Bononiensis” così era scritto all’interno della prima cassa aperta negli scantinati della clinica ostetrica di Bologna . Bisognava commemorare il nono centenario dell’Università bolognese era il momento di portare alla luce le “terrecotte” settecentesche del Galli, imballate da quasi un secolo.Il ripensare ora a quell’esperienza giovanile, mi ha fatto riflettere sui cambiamenti avvenuti nella formazione sanitaria ed ho cominciare a sospettare che forse c’era un pezzetto di Storia della mia professione che, ancora, non era stato raccontato: la didattica ostetrica, ovvero l’insegnamento dell’Arte ostetrica alle Ostetriche Bolognesi. Ho fatto una ricerca bibliografica approfondita e ho potuto concludere che non emergeva alcuna pubblicazione che centrasse la Storia della Didattica per le Ostetriche di Bologna. Ebbene questa tesi non ha la presunzione di colmare quel vuoto, ma si pone l’obiettivo di separare il filo conduttore della didattica specifica ostetrica, dal resto della matassa rappresentato da tutte le altre Storie che l’hanno attraversata. Per esigenza di maggior chiarezza ho pensato di suddividere il lavoro in tre parti ognuna riguardante un secolo di appartenenza ‘700, ‘800 e ‘900. In ogni capitolo della Tesi si potranno trovare cenni storici generali e locali riguardante la città di Bologna, si potrà trovare inoltre il pensiero filosofico che ha guidato le scelte formative. La metodologia didattica utilizzata già nel settecento dal prof. Galli per le commari è stata per l’epoca estremamente avanzata. Si basava sulla valorizzazione dell’insegnamento pratico dell’arte. Nell’ottocento si assiste, con la prima donna medico a capo della Scuola Ostetrica per levatrici, ad una altro giro di boa che ha caratterizzato la formazione: un migliore e più strutturato insegnamento pratico con momenti definiti di vero e proprio tirocinio didattico affidato alle levatrici esperte che già lavoravano nell’Ospedale dei Bastardini di Bologna. Il novecento, soprattutto dal dopo guerra in poi, grazie anche all’incremento dell’alfabetizzazione di tutta la popolazione comprese le donne, è stato caratterizzato della lotta delle ostetriche volta ad ottenere insegnamenti teorici per la parte inerente la discipline della professione, prima tenuti esclusivamente da medici. Poi è stato il momento delle scuole universitarie “dirette a fini speciali”, la maestra ostetrica insegnava le teorie assistenziali alle allieve. Ricomporre la cinematica degli avvenimenti attraverso la documentazione storica conservata nei vari archivi, è stata un’esperienza entusiasmante.L’ostacolo più importante che ho incontrato è stato proprio lo sforzo nel cercare di rimane in tema per le tante “scoperte” fatte sulle vicende sanitarie della mia città e sulla sua “originalissima” legislazione . La conclusione che ho potuto trarre è stata che la storia della didattica ostetrica offre diverse chiavi di lettura : 1-La necessità, fin dai tempi antichi, di avere professioniste che si dedicano alla salute delle donne con competenze specifiche per l’assistenza alla gravidanza ed al parto. 2-la vicenda, molto attuale, della competizione tra categorie professionali in campo sanitario,spostamento da medico fisico (letterato e saccente) versus medico chirurgo (barbiere praticone) a medico versus laureato nelle professioni sanitarie. -Le gravi circostanze sanitarie che hanno visto l’entrata delle donne in un contesto medico considerato appannaggio solo di uomini. -Lo studio del corpo femminile come pretesto per riaffermare un dominio sia al maschile che al femminile. Tutto questo è ciò che ho trovato molti anni fa, da studentessa, nella cassa ars obstetricia bononinsis . Ed è quello che un’ostetrica può vedere oggi aggirandosi per le sale del museo ostetrico di Palazzo Poggi.
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