Riassunto analitico
I due obiettivi principali della tecnica neurochirurgica oncologica sono: il massimo grado di resezione chirurgica e il minimo esito neurologico postoperatorio. Tecnologie di imaging avanzato integrate nella metodica chirurgica con neuronavigazione possono garantire una pianificazione peri- ed intraoperatoria. Un’ulteriore guida intraoperatoria dell’identificare le aree cerebrali perilesionali eloquenti è fornita dalle tecniche di monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio (MNI). Lo scopo degli autori è osservare l’evoluzione clinica neurologica pre- e postoperatoria nella popolazione di pazienti sottoposti a resezione chirurgica per lesione intracranica sovratentoriale con il MNI, valutando nel follow-up alla dimissione e ad un mese gli esiti neurologici post-chirurgici. In questo studio osservazionale retrospettivo sono stati analizzati 80 pazienti (M=F) con età media di 52.81 (DS 16.29), dei quali 43 gliomi, 29 meningiomi, 4 cavernomi e 4 metastasi cerebrali, sottoposti a resezione neurochirurgica con MNI di lesioni sovratentoriali intracerebrali, tra ottobre 2019 e marzo 2022. I pazienti sono stati stratificati per età, regione anatomica di estensione oncologica con particolare riguardo per le aree più eloquenti e per condotta neurofisiologica intraoperatoria. Tali dati sono stati osservati in relazione alla sintomatologia pre e postoperatoria con particolare riguardo per la presenza di deficit motori, disturbi del linguaggio e crisi epilettiche. Il follow-up è stato effettuato alla dimissione e a distanza di un mese dalla procedura chirurgica. A seguito dell’intervento chirurgico, 24 pazienti (30%) non hanno mostrato deficit di alcun tipo, 17 pazienti (21,25%) hanno riportato un miglioramento dei sintomi motori, 12 pazienti (15%) dei sintomi sensitivi e 10 pazienti (12,5%) del linguaggio. Viceversa, 24 pazienti (30%) hanno riportato un peggioramento dei sintomi motori, tra i quali 9 pazienti (11,2%) non avevano alcun sintomo motorio nel preoperatorio, 5 pazienti (6,2%) hanno riportato l’insorgenza di nuovi sintomi sensitivi, 10 pazienti (12,5%) nuovi deficit del linguaggio, mentre 4 pazienti (5%) sono rimasti invariati. Infine, 16 pazienti (20%) a seguito della procedura chirurgica non presentavano più crisi comiziali, 5 pazienti (6,25%) sono rimasti invariati, ed altri 5 pazienti (6,25%) hanno sperimentato l’insorgenza di nuove crisi comiziali. Ad un mese di distanza dall’intervento, dei 56 pazienti (70%) che avevano riportato deficit post-operatori, 25 pazienti (31,2%) hanno avuto un recupero parziale, 20 pazienti (25%) un recupero completo, mentre solo 5 pazienti (6,25%) hanno riportato un persistente deficit funzionale. Di 6 pazienti (7,5%) non si hanno dati a sufficienza perché deceduti o si sono perse le tracce. E’ stata osservato che la localizzazione di una lesione in un’area eloquente si associa significativamente con i disturbi neurologici preoperatori congrui con la sede come lesioni nel lobo fronto-temporale e deficit del linguaggio (p=0.0007) o lesioni dell’area motoria e deficit motori preoperatori (p=0.0029). Tuttavia, le stesse localizzazioni delle aree eloquenti non erano significativamente correlate con la evoluzione clinica postoperatoria. Pertanto, l’obiettivo di radicalità oncologica e l’obiettivo di tutela della funzione possono essere raggiunti. Inoltre, si è riscontrato un impatto significativo sulla variazione dei potenziali monitorati e l’insorgenza di deficit motori e del linguaggio postoperatori alla dimissione (rispettivamente, p<0.0004 e p=0.0009), ma non a distanza di 1 mese dalla procedura iatrogena (p=0.2218). Pertanto, in questo studio i MNI hanno dimostrato una significativa correlazione con le aree eloquenti, permettendo quindi di condurre la procedura chirurgica con elevata radicalità chirurgica e risparmio della funzione quando la natura e l’estensione infiltrativa può consentire di raggiungere entrambi gli obiettivi.
|