Riassunto analitico
Introduzione L’artrite reumatoide (AR) è una malattia infiammatoria articolare cronica. L’evoluzione naturale porta ad alterazione della struttura articolare con disabilità permanenti. La terapia farmacologica è basata sull’utilizzo di farmaci definiti DMARDS (Disease Modifying Antirheumatic DrugS). L’efficacia e la sicurezza di questi farmaci è ampiamente nota. Negli ultimi anni, tuttavia, è frequente confrontarsi con una popolazione di pazienti sempre più anziani, in cui la gestione farmacologica può essere particolarmente sfidante alla luce delle possibili fragilità, comorbidità e delle politerapie associate. Dati di minore prescrizione di DMARDs nei pazienti anziani sono descritti in letteratura, nonostante, soprattutto in caso di esordio in età avanzata, la malattia presenti caratteristiche di maggiore aggressività. Scopo dello studio è indagare la retention rate (RR) di bDMARDS (anti-TNF alfa, anti-IL6, anti-CD20, Abatacept) e Jak inibitori (JAKi) quando prescritti dopo i 65 anni di età. Pazienti e metodi Abbiamo analizzato i dati dei pazienti arruolati nel Database GISEA Studio Osservazionale sui farmaci biologici (Gruppo Italiano Studio Early Arthritis) in cui la terapia con bDMARDs o Jaki sia stata introdotta in età > ai 65 anni. Risultati Sono stati estratti ed analizzati i dati di 1222 pazienti, F/M:962/260. La RR a due anni osservata nelle diverse classi di farmaci era: abatacept (66,3%± 3,8), anti-CD20 (59,7%± 8,8), anti-TNF alpha (54,9%± 3,7), anti-IL6 (49,2%±0,5), JAKi (52,7%±3,7). Assumendo abatacept come riferimento, l’Hazard ratio per sospensione della terapia a due anni (non adjusted data) era statisticamente incrementato per anti-IL6 (HR 1.59, CI 1,11-2.27), e JAKi (HR 1,59, CI 1,19-2,28). All’analisi multivariata in un modello corretto per età e sesso che includeva: classe di farmaco, Swollen Joint (SJ), linea di terapia, emergevano come fattori associati ad una minore RR: terapia con anti-TNF alpha (HR 1,47 CI 1,01-2,16), terapia con anti-IL 6 (HR 1.94 CI 1.27-1.94), terapia con Jaki (HR 1,54 CI 1,06-2,25), sesso femminile (HR 1.54 CI 1.09-2,18), numero di SJ (HR 1.06 CI 1.03-1.08), linee successive alla prima (HR 1,43 CI 1,08-1,90). Considerando l’intero follow-up l’analisi della persistenza mediana (PM) in terapia risultava di 181 settimane (254 per abatacept, 221 per anti-CD20, 184 per anti-TNF alpha, 139 per anti-JAK, 136 per anti-IL6; p < 0.001). Nell’analisi multivariata terapia con anti-IL6, Jaki e aumentato DAS28 correlavano con aumentato rischio di sospensione. Dei 1222 pazienti presi in esame, il 33,5% sospendeva la terapia. Nel 49,3% dei casi la sospensione avveniva per inefficacia secondaria. I fattori che si associavano ad un maggior rischio di sospensione per ciascun farmaco erano per gli anti-TNF alpha erano incremento di età e DAS28, per i Jaki la linea di terapia e le SJ, per abatacept l’età, un BMI<20 e la linea di farmaco. Non erano osservate correlazioni con le variabili analizzate per gli altri farmaci. Discussione Nel nostro studio, nei pazienti con AR di età >65 anni abatacept mostrava la maggiore RR seguito da anti-TNF alpha e anti-CD20. Al contrario l’anti-IL6 mostrava la più bassa persistenza in terapia. Fattori diversi possono condizionare una minore persistenza in terapia. È auspicabile delineare il profilo di pazienti candidabili a ciascuna terapia per favorire la remissione clinica e limitare l’uso di FANS e steroidi.
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