Riassunto analitico
Background. La patofisiologia alla base della progressiva formazione dell’ematoma sottodurale cronico (ESDC) è in relazione a processi infiammatori con rilascio di citochine, mediatori angiogenetici, responsabili di processi essudativi che coinvolgono la formazione e l’autoalimentazione delle membrane dell’ematoma. Inoltre sono state radiologicamente osservate modifiche strutturali a carico dell’a. Meningea Media (aMM) in concomitanza di un ESDC. Per tale ragione è stata proposta la embolizzazione di questa arteria nel trattamento dell’ESDC, al fine di sospendere l’alimentazione ematica per arrestare il processo autorigenerante infiammatorio. Sebbene il primo caso sia stato riportato nel 2000, non sono stati ancora definiti assoluti criteri inclusivi per questa tecnica, che è prevalentemente indicata nei pazienti paucisintomatici, soprattutto se associati a comorbidità. La tecnica prevede la possibilità di essere eseguita come unica scelta terapeutica (primaria) o associata a chirurgia (secondaria), sia per un trattamento o più spesso per recidive. Scopo primario degli autori è riportare la esperienza monocentrica di pazienti sottoposti a embolizzazione della aMM per il trattamento dell’ESDC e secondario contribuire nella definizione della sottopopolazione di pazienti affetti da ESDC che potrebbe beneficiare di questa tecnica. Materiali e Metodi. E’ uno studio di coorte osservazionale retrospettivo che ha incluso 20 pazienti sottoposti ad embolizzazione primaria o secondaria a chirurgia o precedente embolizzazione dell’aMM da settembre 2020 a marzo 2022. I dati di follow up hanno incluso caratteristiche dei pazienti, delle comorbidità, dati clinici e radiologici pre e post procedura. Nelle TC eseguite è stato osservato lo spessore dell’ematoma e lo shift della linea mediana, oltre che la presenza di bilateralità e la densità della raccolta. Risultati. 20 pazienti sono stati sottoposti a embolizzazione dell’aMM, 15 maschi, con un età media di 75 (DS:±10). Il 30% dei pazienti è stato sottoposto a embolizzazione bilaterale. 30% delle embolizzazioni sono state primarie. Tutte le esclusioni dal circolo sono state condotte mediante introduzione di microparticelle. In 2 paziente non è stato possibile procedere alla conclusione della tecnica per tortuosità dei vasi, con abbandono della procedura. 15% dei pazienti è stato sottoposto a chirurgia dopo la procedura e 5% a re-embolizzazione. Non si sono osservate gravi complicanze procedurali, nessun evento fatale. Gli autori discutono della definizione dei criteri inclusivi, della gestione delle comorbidità, con particolare attenzione alle terapie antitrombotiche che sono spesso alla base del criterio di scelta sia nello studio riportata che nelle serie della letteratura Conclusioni. Lo studio conferma quanto già riportato dalla letteratura sulla sicurezza ed efficacia della procedura di embolizzazione dell’aMM in una sottopopolazione di pazienti con ESDC. La paucisintoamticità e la associazione con terapia antitrombotiche sono gli elementi più comunemente riportati in letteratura ed adottati quale criterio di scelta nel presente studio. Elementi radiologici quali spessore, densità dell’ESDC e shift della mediana sono ancora oggetto di discussione, come i pazienti estremamente fragili come quelli con storia neoplastica aggressiva attiva.
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