Riassunto analitico
L’usura, intesa sia dal punto di vista civilistico, che sotto il profilo più prettamente penalistico è sempre stata oggetto di un intenso dibattito, tutt'ora assai attuale, nonché una tematica di notevole interesse per gli studiosi di diritto. Nella presente trattazione viene affrontato il tema dell'usura, contestualizzato nell'ambito bancario ed in particolare nei contratti di mutuo; per meglio definire il contesto normativo, si condurrà un approfondimento della fattispecie usuraria sia in merito ai risvolti civili che penali, evidenziando le reciproche correlazioni. Nella prima sezione del lavoro di tesi si andranno a disaminare gli strumenti di repressione dell'usura previsti dal Legislatore. L'attenzione sarà quindi focalizzata su alcune disposizioni di legge, in particolare la Legge n. 108 del 7 Marzo 1996 e ss.mm.ii. che ha costituito una sorta di chiave di volta, mediante l’oggettivazione dell'usura attraverso la definizione di uno specifico “tasso-soglia”. Nel contesto poi si tratteranno ulteriori questioni, alcune delle quali più specificatamente attenenti al contesto bancario. Si approfondirà, ad esempio, il dibattito relativo all'art. 644 c.p. ritenuto da parte della dottrina una norma penale “in bianco”, nonché alla legittimità e/o usurarietà delle commissione di massimo scoperto (CMS), tenuto conto del notevole contenzioso che si è venuto a creare tra banca e cliente sulla materia. Successivamente si andranno ad affrontare gli strumenti a tutela della fattispecie usuraria posti in essere dal codice civile del 1942, con particolare attenzione alla clausola di “non debenza degli interessi” ex art. 1815 c.c. e all'azione di rescissione per lesione ex art. 1448 c.c.. La Legge n. 108 del 1996 inoltre ha rinnovato l'attualità del dibattito sull'usurarietà della prestazione nei contratti di credito ed, in particolare, nel mutuo; ciò è dovuto principalmente al fatto che, nell'ambito della imponente ristrutturazione in tema di usura apportata dalla legge citata, l’unica disposizione civilistica espressamente riformulata è l'art. 1815, 2° co. c.c., relativo, appunto, agli interessi usurari nel mutuo. Intendere la figura del mutuo ad interessi usurari quale fattispecie tipica di contratto a prestazioni corrispettive in cui la misura degli interessi pattuiti assume il carattere della eccessività, della sproporzione ingiustificata, tale da qualificare gli interessi come “usurari” secondo le disposizioni legislative vigenti, sarebbe tuttavia riduttivo. Il mutuo ad interessi usurari, dunque, rappresenta solo una delle possibili fattispecie del contratto di mutuo “affetto” da usura. Considerate le molteplici ramificazioni del tema dell'usura nei contratti di mutuo, ed in particolare nei contratti di mutuo bancario, il presente lavoro di tesi è stato incentrato su due principali questioni, ritenute dalla scrivente di notevole interesse, soprattutto alla luce dei recenti interventi in materia da parte di dottrina e giurisprudenza. Si andrà infatti ad affrontare con maggior specificità il problema dell'usurarietà sopravvenuta, con particolare riferimento alla situazione in cui il tasso di interesse diventa usurario in corso di rapporto. Oltre a questo primo fenomeno, la trattazione coinvolgerà il delicato tema della connessione tra usura ed interessi moratori, ovvero di quegli interessi previsti come liquidazione del danno causato dal ritardato pagamento.
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