Riassunto analitico
Gli aneurismi viscerali sono aneurismi arteriosi intraddominali non facenti parte del sistema aorto-iliaco. Oggi gli aneurismi delle arterie viscerali sono più comuni di quanto ritenuto in precedenza anche se rappresentano una patologia vascolare rara la cui incidenza è compresa fra lo 0.01% e lo 0.2% in corso di autopsia. Tuttavia essi rivestono un ruolo, nella pratica chirurgica, di grande importanza a causa della potenzialità di rottura o di erosione con rischio di gravi emorragie spesso fatali. Gli aneurismi splancnici hanno una frequenza di presentazione diversa in base al tipo di arteria che colpiscono: nel 60% dei casi è interessata l’arteria splenica, nel 20% l’arteria epatica, nel 5,5% l’arteria mesenterica superiore, nel 4% l’arteria celiaca, le arterie gastriche e gastroepiploiche, nel 3% le arterie digiunali, ileali e coliche, nel 2% le arterie pancreatico-duodenali e pancreatiche, nell’1.5% l’arteria gastroduodenale e raramente con percentuali inferiori all’1% dei casi è interessata l’arteria mesenterica inferiore. I più frequenti fattori eziologici alla base della patologia aneurismatica dei vasi viscerali sono rappresentati da: fibrodisplasia muscolare, aterosclerosi, infezioni, processi infiammatori, traumi e cause iatrogene, malattie del connettivo. Più spesso gli aneurismi viscerali sono asintomatici e vengono riscontrati durante l’esecuzione di indagini per altre patologie. Qualora fossero sintomatici, i sintomi variano a seconda della localizzazione e del vaso interessato; fra i più frequenti abbiamo: dolore addominale, sanguinamento gastro-intestinale, shock, rottura in peritoneo, tumefazione pulsante (per aneurismi di diametro > 2 cm), emobilia, ittero. Questi aneurismi sono comunemente identificati in modo casuale durante accertamenti eseguiti per altre patologie. Una classica presentazione radiologica è costituita da una calcificazione curvilinea o a forma di anello che si proietta nei quadranti superiori dell’addome. Una volta sospettato, l’aneurisma deve essere confermato con l’ausilio di esami diagnostici più approfonditi. Un accurato esame obiettivo associato all’utilizzo di adeguate metodiche di imaging rappresentate dall’ Ecocolordoppler, l’Angio Tc, l’Angio-RM e l’Angiografia consentono la diagnosi definitiva. Esistono principi generali di trattamento degli aneurismi delle arterie viscerali, nonostante non esitino da trial prospettici randomizzati. Le indicazioni per l’intervento sono generalmente correlate alle dimensioni dell’aneurisma o alla presenza di sintomatologia. Le tecniche di trattamento prevedono la chirurgia open, laparoscopica o robotica, e le procedure endovascolari in tutte le sue tecniche. Lo scopo del presente studio è analizzare il campione di pazienti operati nella nostra struttura e vedere gli outcome nel medio e lungo termine dopo rivascolarizzazione. Le informazioni sono state raccolte in maniera retrospettiva su tutti i pazienti nei quali è stata eseguita diagnosi di aneurisma delle arterie viscerali e sono stati sottoposti a trattamento presso la Struttura Complessa di Chirurgia Vascolare di Baggiovara in un periodo compreso tra settembre 2010 a febbraio 2024. I pazienti analizzati sono stati 61, 3 sono stati sottoposti ad intervento chirurgico, i restanti 58 ad intervento endovascolare. I risultati a medio e lungo termine hanno mostrato 8 casi di reintervento per mancata esclusione e persistenza di rifornimento della sacca aneurismatica. I casi di reintervento sono avvenuti tutti in pazienti che hanno affrontato precedentemente la procedura endovascolare. Come mostrato in letteratura, oggigiorno l'approccio endovascolare è preferito per il trattamento di questa patologia, per le minore complicanze nel breve termine nonostante i maggiori tassi di intervento nel lungo termine.
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