Riassunto analitico
L’elaborato intende analizzare il ruolo dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, con particolare attenzione alla sua funzione nomofilattica di Corte al vertice della giustizia amministrativa e come tale ruolo sia andato evolvendosi, in un contesto di rafforzamento di tale funzione in capo alle altre corti superiori. L’approccio utilizzato per introdurre e sviluppare il lavoro è di carattere casistico e ciò per una serie di ragioni: la natura innovativa e originale di alcune recenti decisioni dell’Adunanza Plenaria; l’origine tendenzialmente pretoria delle tecniche decisorie impone un continuo riferimento ai casi nei quali il Supremo giudice amministrativo ha fatto ricorso a queste tecniche; la capacità, per i casi selezionati, di rendere visibili ed evidenti gli aspetti più interessanti e problematici della materia presa in considerazione. Partendo quindi dall’esame di alcuni casi portati di recente all’attenzione del Supremo giudice amministrativo – la questione delle concessioni demaniali marittime e quella dei ricorsi incidentali reciprocamente escludenti in materia di appalti pubblici – si analizza il comportamento dell’Adunanza Plenaria nei confronti del diritto UE e nei confronti delle sentenze della Corte di Giustizia europea. Con un metodo di lavoro di tipo induttivo, pertanto, si intende pervenire ad alcune conclusioni di più ampio respiro circa gli indirizzi di “politica giudiziaria” della Plenaria e circa il ruolo che il giudice amministrativo sta cercando di ritagliarsi in un ordinamento complesso, come è quello di un paese membro della UE. Le contrapposte esigenze di certezza del diritto e prevedibilità delle decisioni giudiziarie, da una parte, e di tutela delle posizioni giuridiche soggettive, dall’altra, evidenziano come il giudice amministrativo si sia spinto talvolta molto avanti nel processo di “creazione” del diritto, con potenziali ricadute negative su alcuni principi basilari dell’ordinamento costituzionale (come il principio di divisione dei poteri e il principio di legalità). Nondimeno, tale attività della Plenaria si rende talvolta necessaria a causa della lacunosità del diritto scritto o – viceversa – per una sovrabbondanza di disposizioni e per una contraddittorietà tra norme di diversi ordinamenti: in questi casi l’attivismo del giudice amministrativo potrebbe essere giustificato dalla esigenza di rendere una tutela efficace per i consociati. Sullo sfondo di tutto il discorso rimane sempre un tema di carattere generale, che ha suggerito il titolo dell’elaborato e che costituisce la domanda finale a cui si cercherà di rispondere: un “dialogo tra le corti” rappresenta un fattore di promozione delle tutele che l’ordinamento appresta ai consociati o – viceversa – introduce nel sistema un ulteriore elemento di instabilità che avvantaggia solo chi ha i mezzi per approfittarne?
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