Riassunto analitico
Durante il mio progetto di tirocinio, svolto presso il Museo Gemma del Sistema dei Musei e Orto Botanico di Unimore,mi sono chiesta come poter valutare l’impatto di alcuni itinerari didattici non formali ed informali in ambito scientifico (età 11-13 anni). La valutazione d’impatto è una tappa fondamentale di un qualunque progetto per analizzare il lavoro svolto, tracciarne un bilancio e capirne la pertinenza, l’effetto e l’efficacia. L’analisi ha preso in considerazione sette attività proposte dall’Associazione NEXT di Senigallia ad alcune classi di scuole secondarie di primo grado. Per valutare l’impatto di tali attività ho scelto di svolgere una valutazione sommativa creando tre questionari per studenti, insegnanti, conduttore. Essi comprendono sia una valutazione quantitativa con domande socio-demografiche (età, genere), sia qualitativa con domande ricavate a partire dagli indicatori d’impatto estrapolati dalla bibliografia, ed afferenti alle seguenti categorie: Consapevolezza, Conoscenza o Comprensione; Coinvolgimento, Impegno o Interesse; Atteggiamento. Per tutte e tre le tipologie di indicatori l’approccio risulta vincente; infatti, su 779 questionari somministrati ai partecipanti (ragazzi/e di 11-13 anni): l’86% dichiara che l’attività gli è piaciuta o gli è piaciuta “molto” (Coinvolgimento); l’84% sostiene che ha imparato qualcosa di nuovo (Consapevolezza, Conoscenza); l’86% comunica che gli piacerebbe partecipare o gli piacerebbe partecipare “molto” ad altre attività come questa (Atteggiamento). A chi ha risposto positivamente è stato chiesto di indicare suggerimenti su eventuali future attività. La maggior parte degli studenti intervistati desidererebbe un approfondimento sui temi incontrati (40%) o un ampliamento disciplinare (19%), alcuni desiderano partecipare ad attività svolte con la stessa modalità ma su un argomento differente (27%), altri preferirebbero un’esperienza dall’approccio più operativo (3%), altri ancora rispondono “non so” o “tutto” (11%). Laddove l’attività generale è stata poco apprezzata le motivazioni non sono sempre comprensibili, anche ad un’analisi accurata del questionario in toto. Per ciascuna situazione ho cercato di ipotizzare le ragioni di uno scarso interesse (predilezione aspetti umanistici/scarso interesse alla tematica proposta nonostante un interesse mostrato alle scienze in genere/scarso interesse per ragioni di varia natura: disagio personale/adolescenziale/post-pandemia). Secondo quanto emerso dai questionari rivolti agli insegnanti, i docenti apprezzano sia le modalità di engagement sia la costante attenzione da parte degli operatori di proporre qualcosa legato al vissuto. Molti degli insegnanti intervistati vorrebbero pertanto che venissero proposte ai ragazzi altre attività simili. Il questionario per il conduttore nel tipo di esperienze da me indagate ha solo confermato caratteristiche sulla classe già fornite dai questionari insegnanti. Quelli testati nella presente tesi sono stati gli impatti a breve termine, sarebbe interessante proseguire lo studio e creare un questionario con lo scopo di valutare gli impatti a lungo termine. Alla luce dei risultati raggiunti dalla presente ricerca, ritengo sia utile per ogni studente dell’età da me analizzata poter accedere, nel corso della vita scolastica, ad esperienze non formali ed informali di educazione scientifica, accanto a quelle formali. Ciò a completamento dell’offerta formativa e con lo scopo di aumentare l’interesse, la motivazione, la consapevolezza e il coinvolgimento riguardo le scienze.
|