Riassunto analitico
Una delle cause di stroke è la “intracranial large artery disease” (ILAD), una malattia che colpisce i grossi vasi determinandone un restringimento di calibro, ovvero una stenosi, ad origine aterosclerotica, più frequentemente, o, più raramente non aterosclerotica. Il trial CHARISMA che per primo ha confrontato la terapia con Aspirina e Clopidogrel o Aspirina e placebo nella prevenzione dell’ictus ischemico per paziente con multipli fattori di rischio cardiovascolari, ha mostrato un outcome migliore in doppia terapia antiaggergante per i pazienti con patologia aterosclerotica significativa. In seguito lo studio FASTER ha dimostrato una riduzione significativa (-3,8% di rischio assoluto) di recidiva di ictus nei pazienti trattati con doppio antiaggregante entro 24 ore dallo stroke o TIA, in assenza di un aumentato rischio emorragico. Analogo il risultato dello studio CHANCE, effettuato su 5170 pazienti in Cina e del trial POINT del 2018, su 4881 pazienti. Infine nello studio SAMMPRIS è stata confrontata la terapia medica aggressiva (controllo della pressione arteriosa con valore soglia di 140/90 mmHg o 130/80 mmHg nel soggetto diabetico, controllo dei valori di LDL con valore soglia di 70 mg/dl e terapia con ASA 325 mg/die associata a clopidogrel a 75 mg/die per 90 giorni, seguita da ASA allo stesso dosaggio), con il trattamento endovascolare di angioplastica e stenting, nei pazienti con ictus o TIA recenti e stenosi intracranica maggiore del 70%. Lo studio è stato interrotto dopo aver reclutato solamente il 59% del numero di partecipanti totali, per la netta superiorità della sola terapia medica. Sulla base di questi studi la maggior parte delle linee guide internazionali raccomandano di impostare doppia terapia antiaggregante con ASA e Clopidogrel per 90 giorni, seguita da sola terapia con ASA. Tuttavia non vi sono dati certi su quale sia la durata ideale della terapia con doppio antiaggregante per massimizzare la prevenzione ischemica e ridurre il rischio emorragico. Gli obiettivi primari sono di osservare e registrare retrospettivamente il tasso di recidiva ischemica e di sanguinamenti maggiori extra ed intracranici in pazienti con stenosi intracranica e pregresso evento ischemico cerebrale che hanno effettuato la doppia terapia antiaggregante per massimo tre mesi e poi proseguito con singolo farmaco rispetto a quelli che hanno proseguito la doppia terapia antiaggregante per oltre tre mesi. Sono stati raccolte retrospettivamente dall’archivio informatico del nostro ospedale i dati relativi al ricovero dei pazienti ricoverati nel reparto di Neurologia di Modena dal 2005 al 2018 per evento ischemico cerebrale con riscontro di stenosi intracranica, per la quale è stata impostata doppia terapia antiaggregante. In totale sono stati quindi arruolati 109 pazienti. È stata effettuata un'analisi statistica descrittiva delle caratteristiche generali delle due popolazioni da noi prese in esame in questo studio (duplice terapia antiaggregante a breve termine vs a lungo termine), relative alle caratteristiche demografiche, ai fattori di rischio cerebrovascolari e ai parametri laboratoristici, clinici e neuroradiologici. Quindi sono stati valutati il numero di eventi target di outcome occorsi: recidive ischemiche cerebrali, emorragie cerebrali, emorragie gastrointestinali e un endpoint combinato di questi eventi. Su tutti i parametri raccolti sono stata eseguite un’analisi statistica univariata e un’analisi multivariata. Questo studio è volto a descrivere un’eventuale riduzione del tasso di recidiva ischemica in corso di doppia terapia antiaggregante a lungo termine rispetto a quella di durata massima di tre mesi a fronte di un non significativo aumento di emorragie extra o intracraniche maggiori, in pazienti con stenosi intracranica sintomatica.
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