Riassunto analitico
Introduzione: mentre a livello internazionale negli ultimi trent’anni è stata ampiamente indagata l’assistenza a genitori colpiti da lutto perinatale, meno interesse è stato posto al punto di vista degli operatori sanitari. Gli studi presenti sull’argomento sono concordi nello stabilire che l’assistenza a genitori colpiti da perdita perinatale è fonte di stress lavorativo, ma esistono interventi, come la formazione, il supporto psicologico, il debriefing, che possono aiutare i professionisti a vivere meglio questi momenti. In Italia, ancora oggi, viene posta poca attenzione a tale tematica. Tuttavia, negli ultimi anni ha iniziato ad esserci maggiore interesse verso il presente argomento grazie all’attività dell’associazione CiaoLapo Onlus, l’unica ad occuparsi di perdita in gravidanza sul territorio italiano. Obiettivo della presente ricerca è quello di indagare lo stato delle conoscenze delle ostetriche italiane sul lutto perinatale e verificare l’eventuale esistenza di una correlazione tra l’assistenza a tale tipologia di eventi e lo stress e il burnout del personale ostetrico. Inoltre, ha lo scopo di identificare eventuali fattori di rischio o fattori protettivi associati, come gli anni di servizio, il contesto professionale, l’esistenza di uno specifico percorso per il lutto perinatale nella propria realtà lavorativa, la partecipazione a eventi formativi, ecc. Materiale e metodi: mediante la somministrazione di un questionario anonimo, denominato BLOSSoM e compilabile on-line, è stato realizzato uno studio osservazionale su scala nazionale per indagare lo stato delle conoscenze sul lutto perinatale e verificare l’eventuale esistenza di una correlazione tra l’assistenza a tale tipologia di evento e lo stress e il burnout delle ostetriche. Personalmente mi sono interessata della diffusione del questionario presso il personale ostetrico delle quattro realtà ospedaliere dove ho avuto occasione di lavorare sino ad oggi (Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena, Ospedale di Carate Brianza e Ospedale San Bortolo di Vicenza). Il BLOSSoM si compone di 3 parti, di cui la prima è formata da 49 items, alcuni dei quali finalizzati alla raccolta di dati demografici e altri volti ad individuare il livello di formazione e conoscenza delle ostetriche sull’assistenza al lutto perinatale e le opinioni sulle procedure più importanti da mettere in atto in caso di morte perinatale. La seconda e la terza parte sono volte, invece, ad individuare l’eventuale presenza di una correlazione tra l’alto impatto emotivo che questo tipo di assistenza ha sulle professioniste e la sindrome da sovraccarico lavorativo, mediante l’uso di due scale: la Maslach Burnout Inventory e la Revised Impact of Event Scale. Risultati: le ostetriche che hanno compilato il questionario sono 445. Il 96,0% di esse esprime il desiderio di una formazione continua sul lutto perinatale e l’88,5% ritiene importante l’organizzazione di momenti di debriefing. I principali sentimenti provati sono dolore (93,5%) e coinvolgimento (94,7%). Ci sono ancora lacune sulle tempistiche del parto dopo morte intrauterina, sulla legislazione sulle regole di sepoltura e sugli approfondimenti diagnostici. Esiste una correlazione tra l'assistenza al lutto perinatale e il burnout, che tende ad aumentare quando nella propria carriera lavorativa si è assistito a più di 10 morti in utero. Discussione: le ostetriche italiane necessitano di maggiore formazione sul lutto perinatale per migliorare la qualità dell’assistenza e ridurre lo stress emotivo di fronte a tali eventi. Inoltre, per esse è importante la stesura di protocolli di assistenza specifici e l’organizzazione di momenti di debriefing per ridurre l’impatto emotivo di tali eventi e la sindrome da sovraccarico lavorativo. Sono necessarie ulteriori ricerche per l’individuazione di efficaci strategie di coping.
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