Riassunto analitico
“La valutazione alla prova dei bias cognitivi: una sfida per la scuola primaria”
La seguente sperimentazione, che è stata svolta con il Dott. Tinterri, va ad indagare se i bias cognitivi sono ancora presenti nei processi valutativi e come questi inducano scelte di determinati strumenti (piuttosto che altri) nei docenti della scuola primaria. Il lavoro va quindi anche ad osservare se la Nuova Valutazione Primaria, attualmente promossa in tutte le scuole del nostro territorio, può essere soggetta ad alcuni effetti di distorsione. Gli effetti di distorsione della valutazione indicano delle forme di influenza di alcuni fattori soggettivi dei docenti valutatori all’interno del processo che conduce alla formulazione del giudizio. Questi effetti sono dei bias cognitivi che ognuno di noi possiede all’interno della propria mente. Con il termine “bias cognitivo” si intendono delle influenze nel nostro giudizio, nel modo in cui noi interpretiamo la realtà che dipendono non tanto da una riflessione razionale ma da degli aspetti emotivi, da modi di ragionare che non sono espliciti/ consapevoli ma che fanno parte della nostra personalità (emozioni, pregiudizi, euristiche di pensiero inconsci). La sperimentazione va ad analizzare tre dei principali effetti di distorsione che riguardano la valutazione: l’effetto Stereotipia, l’effetto di Distribuzione Forzata dei risultati e l’effetto Contrasto. L’effetto Stereotipia si verifica quando i pregiudizi del docente vanno ad influire sulla valutazione. In questo caso una certa valutazione rispetto ad una prova, genera nel docente un certo atteggiamento di fissità valutativa che influenza l’idea di quello studente soprattutto per mancanza di tempo nell’approfondire la pratica valutativa da parte del docente che quindi si affida ad elementi precedenti. Un esempio di tale effetto potrebbe essere il seguente: una ragazza si presenta ad un’interrogazione di matematica e perché femmina viene considerata meno capace di un compagno maschio, ancora prima che cominci l’esercizio. Oppure, un bambino che è sempre andato bene nelle verifiche viene valutato in maniera più che sufficiente anche quando le sue risposte saranno errate. L’effetto Contrasto, invece, si verifica quando l’esito della prova risente degli effetti della prova precedente avvenuta per un altro studente. Ad esempio, se un docente interroga uno studente particolarmente brillante, l’interrogazione successiva potrebbe risentire dell’effetto di sottostima per via della comparazione tra i due studenti. Infine, l’effetto di Distribuzione Forzata dei risultati si verifica quando i docenti credono erroneamente che l’andamento dei risultati di apprendimento debba “forzatamente” riprodurre una distribuzione normale (che vada a seguire la “curva di Gauss”). Per “distribuzione normale” si intende che pochi studenti prenderanno votazioni molto elevate e molto basse mentre la maggior parte degli studenti tenderà a collocarsi in votazioni intermedie. Per analizzare la presenza o meno di questi effetti di distorsione e come questo vada ad incidere sulla scelta di determinati strumenti valutativi, è stato somministrato un questionario (precedentemente redatto in collaborazione con il Dott. Tinterri) ad insegnanti di scuole sia statali che paritarie della provincia di Modena, Reggio Emilia e Bologna.
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