Riassunto analitico
Con l’espressione Disturbi Specifici dell’Apprendimento si fa riferimento ad una categoria diagnostica che riguarda i disturbi delle abilità scolastiche, Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia che si manifestano in soggetti che apparentemente si trovano in condizioni individuali e ambientali non sufficienti a giustificare il loro rendimento scolastico inspiegabilmente inferiore alle attese. Alla scuola sono stati affidati importanti compiti al fine della tutela delle persone che presentano queste caratteristiche di natura neurobiologica. La Legge 170/2010 e le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbo specifico dell’apprendimento del 2011 sottolineano l’importanza dell’osservazione attuata dai docenti al fine di identificare precocemente i bambini a rischio di DSA. L’osservazione deve essere effettuata non solo nelle scuole dell’infanzia e primaria per il riconoscimento di un potenziale disturbo specifico dell’apprendimento, ma in tutto il percorso scolastico per riconoscere le caratteristiche cognitive su cui puntare per il successo formativo dello studente. Infatti per la predisposizione di una didattica personalizzata efficace è importante riconoscere gli stili di apprendimento e le caratteristiche cognitive specifiche dell’alunno con DSA. Gli insegnanti hanno a disposizione vari strumenti di screening che consentono di individuare con buon livello di attendibilità i soggetti a rischio di un determinato disturbo: grazie all’analisi dei risultati, diventa possibile la progettazione e la realizzazione di interventi che, oltre a migliorare le prestazioni dell’alunno, possono consentire anche di prevenire, o quanto meno ridurre, i disagi causati dal disturbo stesso (mancanza di autostima, ansia, depressione, disturbi della condotta), aggravati da un’identificazione tardiva. La tesi di laurea è strutturata in tre capitoli. Il primo capitolo prende in esame le diverse ricerche che si sono susseguite negli anni per cercare di comprendere se la competenza numerica si sviluppi grazie alla crescita e agli apprendimenti o se sia innata. Inoltre il capitolo si occupa delle principali fasi di sviluppo dell’intelligenza numerica, dalle competenze numeriche preverbali, allo sviluppo delle abilità di conteggio, di lettura e di scrittura dei numeri, fino all’apprendimento del calcolo. Il secondo capitolo affronta dapprima il tema dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento e si sofferma poi in modo particolare sulla descrizione della discalculia, le sue caratteristiche, le diverse tipologie, l’eziologia, l’epidemiologia, la comorbilità e la principale normativa di riferimento. Inoltre vengono esaminate le tipologie di errori commessi dagli studenti discalculici, gli strumenti di valutazione e le linee di intervento. Il terzo capitolo riporta il lavoro di ricerca svolto presso le classi quarte di una scuola primaria statale per l’identificazione dei bambini con difficoltà nell’area del numero e del calcolo. Lo studio è stato compiuto attraverso la doppia somministrazione della medesima prova di screening, a distanza di tre mesi di tempo circa. Tra le due prove è stato progettato e realizzato un intervento di potenziamento in una sola delle classi coinvolte per gli aspetti risultati carenti. Gli obiettivi della ricerca sono molteplici: con la prima somministrazione identificare i profili a rischio, con la seconda verificare se i profili emersi si confermano tali o meno e se la realizzazione di un’UdA nella sola classe coinvolta ha determinato un miglioramento superiore a quello ipotizzabile con la sola azione didattica dell’insegnante. L’ultima parte del capitolo riporta i risultati ottenuti nelle due somministrazioni ed un’analisi degli stessi in relazione agli obiettivi preposti.
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