Riassunto analitico
Introduzione Ad un’accurata descrizione dell’anatomia prostatica ha fatto seguito la trattazione dell’istotipo tumorale che più frequentemente può colpire tale organo: l’adenocarcinoma, con particolare riferimento al grading, allo staging e al trattamento chirurgico tramite RARP (prostatectomia radicale robotica), considerato il gold standard. Si sono poi definiti gli obiettivi dello studio in riferimento all’attuale dispositivo FCM impiegato in caso di cancro alla prostata, descrivendone metodo, funzionamento e modalità di interpretazione dei risultati. A questo proposito, sono state approfondite le applicazioni cliniche attuali e le prospettive future di questa tecnologia. Metodi La microscopia confocale a fluorescenza (FCM) è una metodica ottica che consente l'acquisizione immediata di immagini digitali da tessuti freschi ex-vivo: esse presentano un aspetto estremamente simile all’ematossilina-eosina e, essendo disponibili fin da subito in formato digitale, possono essere interpretate nell’immediato da un patologo in remoto. L’FCM sul setting operatorio è stato sfruttato per valutare la radicalità oncologica in 24 pazienti sottoposti a RARP: il fine era descrivere una tecnica per il controllo in tempo reale dell’accuratezza della dissezione chirurgica. Nello specifico, di questi 24 pazienti sono stati analizzati i margini chirurgici nel sito nerve-sparing (regione apicale e postero-laterale) tramite FCM; i risultati ottenuti sono stati poi confrontati con quelli dell’istopatologia convenzionale ematossilina-eosina, per valutarne il grado di concordanza. Inoltre, nel caso si fossero riscontrati margini chirurgici positivi nell'area NeuroSafe, veniva attuata una resezione secondaria del fascio. Infine, 10 di questi 24 pazienti sono stati seguiti con un follow-up di oltre un anno per valutare il tasso di ricorrenza di BCR. Risultati Dei 24 pazienti, 4 hanno presentato un margine positivo e hanno richiesto una secondary resection focale immediata: il tutto è stato poi messo a confronto con l’analisi istopatologica convenzionale che ha evidenziato assenza di tumore nelle resezioni NVB attuate in seconda battuta. Uno solo di questi pazienti ha successivamente dimostrato di avere un PSM in un’area diversa dalla sezione valutata nel setting intraoperatorio. 10/24 pazienti sono stati seguiti con un follow-up post-intervento di 1 anno: i benefici tra radicalità oncologica e recupero della continenza e della funzionalità erettile sono stati ottimi. Conclusioni In conclusione, considerando il fatto che ormai, malattie sempre più aggressive, vengono candidate a RARP, il controllo intraoperatorio del margine chirurgico potrebbe rappresentare il caposaldo per raggiungere il miglior compromesso tra la massima conservazione del tessuto funzionale e la completa rimozione della ghiandola.
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