Riassunto analitico
Il bambino 0-6 anni rappresenta un universo ricco di potenzialità, già dotato di una propria personalità, seppur in fase di costruzione. Egli continua a formarsi attraverso le numerose esperienze, sia formali che informali, che quotidianamente vive, siano esse autonome oppure guidate da un adulto di riferimento o vissute insieme a un coetaneo. Oggi sono sicuramente superate le concezioni innatiste che sostenevano una formazione dell’uomo legata alle istruzioni presenti nel codice genetico; si è più propensi a ritenere che la personalità sia il prodotto dell’interazione dei fattori genetici con le stimolazioni socioculturali. Ma, sarebbe corretto affermare che, come i bambini vengono educati dagli adulti (genitori, caregiver...) così gli adulti stessi vengono educati dai bambini? Nello specifico, può il canale musicale contribuire a rendere questa ipotizzata influenza più distintiva di ogni rapporto? L’obiettivo che questo lavoro si propone è di indagare le reciproche influenze che nella relazione bambino-adulto contribuiscono a formare la personalità del più piccolo, ma anche a sostenere, modificare o addirittura eliminare caratteristiche caratteriali distintive dell’adulto. Il linguaggio sonoro-musicale vuole rappresentare il tramite principale di indagine: può il canale musicale diventare uno strumento per incrementare e rinforzare le singole acquisizioni e modellare in modo unico e personale una relazione? Per questa ricerca, come ambiti di studio sono state prese in considerazione eterogenee modalità di offerta musicale: attività nei nidi d’infanzia e nelle scuole materne; attività laboratoriali svolte presso scuole di musica (fascia d’età 0-3 e 3-6 anni); attività musicali inserite nel programma “Nati per la Musica”, con bambini 0-3 anni e genitori ma anche bambini 3-6 anni e genitori. Dal punto di vista metodologico, lo studio di realtà progettuali con presenza e partecipazione diversa dell’adulto, per ruolo rivestito (caregiver oppure genitore) e per tipo di coinvolgimento all’attività (partecipante attivo oppure semplice osservatore), ha contribuito a dare un’immagine più ricca delle potenzialità educative che la musica possiede, soprattutto in ambito di educazione informale e implicita. Dal punto di vista musicale, Gordon, Orff, Kodaly, Dalcroze, sono state le metodologie che hanno caratterizzato la proposta progettuale nelle varie realtà oggetto di indagine. Questo lavoro si propone di evidenziare come il canale sonoro-musicale possa diventare strumento privilegiato nella formazione della personalità, del bambino ma anche dell’adulto. Come l’adulto forma il bambino, così il bambino forma l’adulto; la produzione vocale e il suono, essendo il primo canale di comunicazione usato dal bambino per instaurare una relazione con l’adulto, si arricchisce con la crescita di carica emotiva, andando a stipulare rapporti empatici, unici e insostituibili, tra i due partner. Attraverso la musica si può quindi promuovere, oltre una specifica formazione musicale, una implicita educazione personale: educazione all’ascolto di se stessi e degli altri, educazione al rispetto reciproco, uno sviluppo della socialità.
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