Riassunto analitico
L’elaborato, suddiviso in tre capitoli, si propone l’obiettivo di esemplificare l’operato dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, dotata di ampio potere al fine di tutelare il libero mercato e salvaguardare la libertà economica. Il primo capitolo viene dedicato alla trattazione della categoria delle Autorità amministrative indipendenti, di cui l’AGCM fa parte, potendo considerare le prime come il “genus” e la seconda come la “species”. Le Autorità amministrative indipendenti esercitano prevalentemente funzioni amministrative in ambiti considerati sensibili o di alto contenuto tecnico, tali da esigere una peculiare posizione di autonomia e di indipendenza nei confronti del Governo, allo scopo di garantire una maggiore imparzialità rispetto agli interessi coinvolti. Il secondo capitolo, dopo aver delineato la figura dell’Antitrust, che al fine di sanzionare le condotte restrittive della concorrenza utilizza i “concetti giuridici indeterminati”, che le consentono di non dover meramente applicare al caso concreto il dettato legislativo, ma di poter svolgere un’attività di interpretazione e contestualizzazione che permettono all’Autorità di colpire le condotte lesive della struttura concorrenziale del mercato con un’efficacia che non sarebbe possibile applicando meramente condotte tipiche; vengono, poi, delineate le principali condotte illecite, che verranno perseguitate dall’AGCM. Lo stesso capitolo mostra come i provvedimenti dell’AGCM potranno essere impugnati dinnanzi al g.a., il quale potrà procedere ad una verifica piena dei fatti, valutando anche le scelte tecniche compiute dall’Autorità, al fine di sindacarle sotto il profilo della ragionevolezza e della congruità, e per quanto concerne le sanzioni avrà addirittura il potere di rideterminarle. Tale controllo viene definito intrinseco ed è conforme ai principi presenti all’art. 6 CEDU e all’art. 13 della Carta di Nizza del 2000. Una parte del presente capitolo viene dedicata al ricorso presentato dalla Menarini contro lo Stato italiano dinnanzi alla Corte Edu, in cui si lamentava una mancanza di “piena giurisdizione” del giudice amministrativo nazionale, ponendo il problema del principio di effettività della tutela giurisdizionale. Nella sua decisione la Corte ha riconosciuto che il TAR e il Consiglio di Stato italiani soddisfano pienamente i requisiti di indipendenza ed imparzialità e che, nel caso di specie, hanno avuto una cognizione penetrante del fatto. Il terzo, ed ultimo, capitolo espone il caso Coop Estense c. Esselunga, ove la prima è stata sanzionata con provvedimento dell’Antitrust per abuso di posizione dominante. Tale provvedimento è stato confermato dal Consiglio di Stato, VI sez., sentenza n. 1673/2014. Il consiglio di Stato si è pronunciato affermando che l’abuso di posizione dominante consiste in una nozione di carattere oggettivo, in quanto si deve prescindere dall’elemento soggettivo della colpa e del dolo; non si richiede la consapevolezza di violare un divieto, essendo piuttosto sufficiente che l’impresa non possa ignorare che il proprio comportamento è finalizzato a restringere la concorrenza. Dalla ricostruzione del Consiglio di Stato si comprende che per stabilire se la condotta astrattamente lecita, possa essere configurata come illecito antitrust, si dovrà valutare il suo “effetto economico concreto”, in quanto se hanno come scopo teleologico quello di escludere soggetti concorrenti dal mercato dovranno essere sanzionati. Assumono particolare rilievo alcuni aspetti “innovativi” della sentenza, la quale sottolinea che verranno valutati ai fini della tutela della concorrenza anche i comportamenti che potenzialmente, e non concretamente, possano produrre effetti restrittivi, in tal modo si configura un’anticipazione della soglia della punibilità.
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Abstract
The elaboration, divided into three chapters, has the objective of exemplifying the work of the Guarantor Authority of Competition and Market, endowed with ample power in order to protect the free market and safeguard economic freedom.
The first chapter is dedicated to the treatment of the category of the independent administrative Authorities, of which the AGCM is part, being able to consider the first as the "genus" and the second as the "species". The Independent Administrative Authorities mainly perform administrative functions in areas considered sensitive or of high technical content, such as to require a particular position of autonomy and independence from the Government, in order to ensure greater impartiality with respect to the interests involved.
The second chapter, after outlining the figure of the Antitrust Authority, which, in order to sanction conduct restrictive of competition, uses the "indeterminate legal concepts", which allow it not only to apply the legislative dictate to the concrete case, but to be able to carry out an activity of interpretation and contextualization that allows the Authority to strike at conduct detrimental to the competitive structure of the market with an effectiveness that would not be possible by merely applying typical conduct; then, the main illegal conduct, which will be persecuted by the AGCM, is outlined.
The same chapter shows how the measures taken by the AGCM can be challenged before the G.A.G., which can proceed to a full verification of the facts, also evaluating the technical choices made by the Authority, in order to syndicate them from the point of view of reasonableness and fairness, and as far as sanctions are concerned, it will even have the power to redetermine them. This control is defined as intrinsic and complies with the principles of Article 6 ECHR and Article 13 of the Nice Charter of 2000. Part of this chapter is devoted to the appeal brought by Menarini against the Italian State before the Edu Court, which complained of a lack of "full jurisdiction" of the national administrative court, raising the question of the principle of effective judicial protection. In its decision, the Court recognised that the Italian TAR and the Consiglio di Stato fully satisfied the requirements of independence and impartiality and that, in the present case, they had a penetrating knowledge of the facts.
The third and final chapter sets out the Coop Estense c. case. Esselunga, where the first one was sanctioned by Antitrust for abuse of dominant position. This measure was confirmed by the Council of State, Section VI, sentence no. 1673/2014. The Council of State ruled that the abuse of a dominant position consists of a notion of objective character, since the subjective element of guilt and malice must be disregarded; the awareness of violating a prohibition is not required, since it is rather sufficient that the company cannot ignore that its conduct is aimed at restricting competition. From the reconstruction of the Council of State it can be understood that in order to establish whether the abstractly lawful conduct can be configured as an antitrust offence, its "concrete economic effect" will have to be assessed, since if its teleological purpose is to exclude competitors from the market, it will have to be sanctioned. Some "innovative" aspects of the judgment are particularly important, which stresses that conduct that potentially, and not concretely, could produce restrictive effects will also be assessed for the purposes of protecting competition, thus anticipating the threshold of punishability.
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