Riassunto analitico
ABSTRACT
Nel presente lavoro si intende analizzare l’opera del sociologo algerino Abdelmalek Sayad, uno dei principali studiosi del fenomeno migratorio del secolo scorso, attraverso una lente pedagogico-educativa. Una rilettura dei suoi scritti potrebbe infatti aiutarci a comprendere più nel dettaglio un fenomeno ancora molto attuale e a chiarire i ruoli, le sfide e i limiti dell’odierna pedagogia interculturale.
La prima sezione della tesi costituisce un quadro teorico ed epistemologico: partendo da un’analisi delle società contemporanee occidentali (con un focus sulla situazione italiana), si ripercorre la linea di pensiero seguita in ambito scolastico nella gestione della crescente diversità etnica e culturale all’interno delle classi. Vengono qui esposte le principali strategie e competenze necessarie per applicare un valido progetto interculturale, volto a favorire il dialogo e lo scambio fra individui.
Il secondo capitolo verte sulla figura di Abdelmalek Sayad, “pensatore postcoloniale” ancora oggi visto come importante punto di riferimento per chiunque si approcci al tema delle migrazioni.
L'elaborato termina con l’analisi del saggio La doppia assenza: dalle illusioni dell’emigrato alle sofferenze dell’immigrato (2002), nel quale converge il lavoro di ricerca ventennale del sociologo algerino.
Quali sono le difficoltà che gli emigrati/immigrati incontrano nei contesti educativi dei paesi ospitanti? E quali i limiti dell’attuale azione pedagogica? Può la lezione di Abdelmalek Sayad fornire utili strumenti alla pedagogia contemporanea? Lungi dall’offrire esaurienti risposte a questi interrogativi, il seguente lavoro si pone l’obiettivo di rintracciare all’interno della riflessione di Sayad sul fenomeno migratorio come “fatto sociale totale” anche un pur minimo contributo all’attuale contesto educativo.
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