Riassunto analitico
Nella formazione dell’infermiere non è mai esistita una preparazione professionale specifica in ambito penitenziario e dunque, coloro che sono approdati a lavorare in questo settore, hanno imparato da soli come muoversi sul campo. La preparazione in questo ambito, sia strettamente professionale che di tipo giuridico, deve essere specifica, soprattutto tenendo conto che l’approssimazione e l’inesperienza possono portare a volte a gravi conseguenze personali, dato il luogo e la tipologia di servizio che si presta. L’istituto penitenziario di Reggio Emilia ‘La Pulce’ è un edificio degli anni '70, destinato inizialmente a Casa circondariale ha ospitato un ospedale psichiatrico-giudiziario (OPG) fino al 5 maggio 2016, data in cui questa struttura è stata dismessa. A seguito del succedersi di un nuovo coordinatore, si è iniziata una riorganizzazione assistenziale. Dal dicembre 2020 per supportare il personale, in questa fase è stata promossa una attività di counseling tra infermieri, OSS e i tecnici della riabilitazione psichiatrica. A seguito dei diversi incontri con il personale assistenziale, il counselor ha evidenziato diverse problematiche, tra cui la carenza di formazione specifica risulta, in accordo con la letteratura, determinante. si è voluto indagare nella letteratura nazionale ed internazionale le esperienze formative in contesti penitenziari per valutare meglio quali opportunità ci sarebbero nell’incrementare la formazione dei futuri infermieri in UNIMORE creando un collegamento diretto con l’azienda AUSL Reggio Emilia. Per provare a rispondere a questa domanda è stata eseguita una ricerca bibliografica nella principale banca dati. Dalla letteratura analizzata emergono molti spunti di riflessione interessanti. Infatti risulta evidente come il contesto penitenziario possa essere un buon setting di apprendimento. Interessante è il progetto che è stato avviato dal responsabile del Servizio infermieristico e tecnico dell’unità operativa di salute penitenziaria di Parma, in collaborazione con i corso di laurea in infermieristica. Si è organizzata una ADO (attività didattica opzionale) per gli studenti del terzo anno. L’intento è quello di avvicinare gli studenti a questa realtà assistenziale così da dissipare eventuali pregiudizi e stimolare l’acquisizione di competenze specifiche. Rafforzare il legame tra formazione universitaria e assistenza nei centri detentivi migliorerebbe le competenze tecniche e soprattutto quelle relazionali negli studenti, i quali potrebbero vedere il contesto penitenziario come una possibilità in più per un futuro impiego. Per questo ritengo interessante poter sviluppare dei percorsi didattici ad hoc per gli studenti del terzo anno di infermieristica. Questo permetterebbe alle aziende sanitarie di disporre di professionisti molto preparati e motivati anche nel prendere servizio in questi particolari setting assistenziali, riducendo il turnover e soprattutto migliorando la qualità dell’assistenza nei confronti dell’utenza Gettare un ponte tra la casa circondariale e la sede di Reggio Emilia del corso di laurea potrebbe essere un’opportunità innovativa. Oltre ad una attività di formazione a scelta da parte dello studente, sarebbe molto interessante poter sviluppare dei percorsi di tirocinio formativo presso la struttura di Reggio Emilia. Infine sarebbe gratificante e stimolante anche per i professionisti già presenti nella struttura in quanto partecipare alla formazione e alla ricerca potrebbe essere un forte incentivo motivazionale.
|