Riassunto analitico
L’obiettivo di questa tesi è capire se il dialetto può essere un oggetto di comunicazione nel complesso sistema della comunicazione contemporanea. Per affrontare la questione, si è deciso di seguire alcune precise strategie. In primo luogo, è stata raccolta della documentazione di base sulla storia e sulla configurazione linguistica dei dialetti italiani, e sono stati osservati gli strumenti e i risultati delle due principali prospettive scientifiche che si occupano di studiare la diversità linguistica al livello della microvariazione: la dialettologia e la sociolinguistica. Si è poi passati ad esaminare una terza prospettiva di studio che è strettamente legata al tema qui proposto, e cioè lo studio degli atteggiamenti linguistici. La diversità linguistica in Italia è caratterizzata da un profondo radicamento storico; l’unificazione linguistica dal Paese nell’italofonia è infatti un fenomeno recente, indotto prevalentemente come conseguenza dell’unificazione politica e dei processi di cambiamento sociale, economico e culturale poi avvenuti a partire dalla metà del secolo scorso. Questo ha generato, nei parlanti italofoni, atteggiamenti vari nei confronti della diversità linguistica ed in particolare della dialettofonia: dal rifiuto programmatico di quest’ultima, che ha avuto come conseguenza una drastica riduzione sia del numero dei parlanti dialettofoni sia degli ambiti d’uso dei dialetti, alla “valorizzazione storica” dei dialetti, intesi come parte essenziale del patrimonio culturale del Paese. Tenendo presente questo quadro, in questo lavoro esploreremo delle possibili modalità di comunicazione del dialetto in una prospettiva che non abbia intenti di “promozione” o “salvaguardia”, ma che sia asetticamente concentrata sull’obiettivo di esplorare come si possa fare del dialetto un oggetto di discussione/comunicazione, osservando quali contenuti trasmettere, attraverso quali tecniche, mediante quali canali. Per quanto riguarda i contenuti, per prima cosa abbiamo individuato, utilizzando la letteratura relativa alle metodologie di ricerca in linguistica, una serie di stereotipi relativi alla percezione del dialetto in Italia. Successivamente, abbiamo individuato quattro categorie di persone (scienziati, professionisti del settore, amatori/esperti, odiatori) che a vario titolo si occupano o si sono occupate di dialetto, e abbiamo costruito tre gruppi di domande da somministrare indistintamente a tutto il campione. È stato selezionato almeno un individuo per ognuna delle quattro categorie (in totale 14 intervistati), e a ciascuno sono state poste le domande precedentemente individuate. Dall’analisi delle risposte sono emersi diversi nuclei tematici, alcuni corrispondenti ai contenuti prefigurati dalle domande, altri di natura diversa. Sulla base di questi nuclei sono stati montati alcuni brevi video, che dovevano avere la caratteristica di non superare la durata massima di 3 minuti. I video si configurano pertanto come documenti “snelli” che intendono essere da una parte un documento che riassuma alcuni aspetti di fondo legati alla “percezione comune” del dialetto e agli stereotipi ad esso legati, dall’altra un prodotto potenzialmente pronto per essere immesso in contesti di comunicazione digitale con lo scopo di suscitare l’attenzione di un pubblico non esperto e di alimentare un possibile dibattito su certi specifici aspetti legati alla percezione della diversità linguistica ed in particolare di quella dialettale. Il presente lavoro descrive nel dettaglio le attività di documentazione, di realizzazione e analisi delle interviste, e infine di costruzione dei video. L’immissione dei video nei contesti della comunicazione, e la sperimentazione degli effetti che ne seguono, saranno invece oggetto di lavoro futuro.
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