Riassunto analitico
Il territorio delle Cinque Terre è il risultato di un’attività incessante di costruzione e ricostruzione dei terrazzamenti e dei vigneti e di un patteggiamento continuo dell’umanità con la natura. Per secoli, queste comunità hanno avuto alla base della loro economia e della loro sussistenza la coltivazione della vite ed il commercio del vino. All’inizio del XX secolo, tuttavia, la fillossera raggiunge anche queste zone e devasta i vigneti, la popolazione maschile si allontana dalla coltivazione della terra per raggiungere gli spazi urbani alla ricerca di un lavoro salariato. Le donne rimangono assegnate “culturalmente per natura”, all’accudimento della terra, della famiglia, degli animali e restano come uniche custodi del territorio. Di tutta questa attività e della sua portata storica, sociale, economica ed ambientale non si trova documentazione o traccia né nella poca bibliografia locale né nei musei etnografici dedicati al mondo contadino. Così inizia l’esplorazione di questo universo femminile, per la parte della produzione vitivinicola, mediante gli strumenti della ricerca etnografica e attraverso lo svolgersi di un secolo, per individuare e fissare il contributo delle donne alla forte antropizzazione dell’area. Le donne intervistate sono venti e sono distinte in due gruppi: il primo gruppo è composto da dodici donne anziane, con un’età compresa tra i 75 ed i 97 anni, che ancora oggi vivono e coltivano gli orti ed i vigneti. I racconti si svolgono nelle case o nei campi attraverso la narrazione autobiografica. L’attenzione si sofferma su alcuni aspetti quali la divisione del lavoro in vigna e nell’ambiente domestico, il trasporto dei pesi, la salute, il prezzo del vino, la maternità e l’accudimento dei bambini, l’uso del tempo. La fatica e il lavoro incessante sono il terreno su cui si costruiscono i loro racconti. Il secondo gruppo è composto da donne più giovani, ancora inserite nel contesto lavorativo delle aziende familiari in cui si intersecano rapporti affettivi ed economici. Hanno un’età compresa tra i 24 ed i 65 anni. Gli argomenti centrali sono il tema della maternità e della divisione del lavoro in casa ed in azienda, il tema dell’innovazione tecnologica e dell’attenzione all’ambiente ed al biologico, il linguaggio per descrivere il vino. Il vino infatti spesso viene definito “maschile” o “femminile” ed è attraverso le parole usate per descriverlo che si svela la persistenza di stereotipi di genere e di luoghi comuni. La cornice è quella di un contesto definito unanimemente sessista e discriminatorio. L’ambiente dell’enologia è presentato come un mondo maschilista. Lo spazio pubblico è uno spazio scomodo per le donne, vengono narrate manifestazioni di disprezzo verso il vino, verso l’etichetta, verso il tappo, le manifestazioni in piazza si popolano di ubriachi che “esagerano”. Si riflette inoltre sul tema della maternità. Viene evidenziata la mutata attenzione verso l’infanzia e le mutate esigenze di accudimento dei figli, nei quali si insinuano culturalmente e precocemente le aspettative di genere. Anche in questo gruppo, ha rilevanza la gestione del tempo con particolare riferimento all’irruzione del lavoro negli spazi domestici e, viceversa, lo sconfinamento degli spazi domestici nell’ambito professionale. Il tempo - la sua espropriazione- è elemento centrale rispetto a tutti gli altri ambiti narrati, fulcro attorno al quale ruotano le forme di dominazione. Il tempo abusato, la presenza doppia, tripla, sovrapposta, sarà la costante della quotidianità di tutte le donne incontrate.
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Abstract
The territory of Cinque Terre is the result of the relentless building and reconstruction of terraces and vineyards and humanity's continuous bargaining with nature. For centuries, these communities had vine cultivation and the wine trade as the basis of their economy and livelihood. In the early 20th Century, however, phylloxera also reaches these areas and devastates the vineyards, the male population moves away from land cultivation to urban spaces in search of wage labor. Women remain assigned "culturally by nature," to the care of the land, family, and animals and remain as the only keepers of the land.
About all this activity and its historical, social, economic and environmental significance there is no documentation or trace either in the little local bibliography or in ethnographic museums dedicated to the rural world.
The exploration of this universe begins through ethnographic research, from the 1900s to the present, to fix the contribution of women to the strong anthropization of the area.
Twenty women have been interviewed and they are divided into two groups: the first group consists of twelve elderly women, who are between the ages of 75 to 97, who still live and cultivate the gardens and vineyards. The stories take place in homes or fields through autobiographical narration. The focus is about some aspects such as the division of labor in the vineyard and in the household, carrying weights, health, the price of wine, motherhood and childcare, and the use of time. Hard work and incessant labor are the ground on which their stories are built.
The second group consists of younger women (between the ages of 24-65 years old) who are still embedded in the working context of family businesses where emotional and economic relationships intersect. The central issues are the theme of motherhood and the division of labor at home and on the farm, the theme of technological innovation and attention to the environment and organic farming, and the language to describe wine. In fact, wine is often defined as "masculine" or "feminine," and it is through the words used to describe it that the persistence of gender stereotypes and clichés are revealed. This is an environment unanimously defined as sexist and discriminatory. The context of winemaking is presented as a “male-dominated” world. The public space is an uncomfortable space for women, manifestations of contempt toward wine, toward the label, toward the cork are narrated, and demonstrations in the square are populated with drunks who "exaggerate".
It is obvious the changed focus on childhood and the changed childcare needs, into which gender expectations insinuate culturally and early.
Also in this group, time management is relevant with particular reference to the irruption of work into domestic spaces and, vice-versa, the trespassing of domestic spaces into the professional sphere. Time -its dispossession- is a central element compared to all the other narrated spheres, a fulcrum around which the forms of domination revolve. Abused time, the overlapping presence will be the constant in the everyday life of all the women encountered.
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