Riassunto analitico
Al giorno d’oggi, i contatti e le relazioni tra persone di diverse lingue, culture e provenienza sono sempre più frequenti, e le cause sono molteplici. Primo fra tutti, uno degli incommensurabili motivi che hanno favorito questo crescente contatto culturale è la rivoluzione digitale del 20° secolo la quale, assieme al fenomeno della globalizzazione, ha reso il mondo un “flattering global field” dove chiunque può comunicare senza tenere in considerazione fattori determinanti quali la distanza e i differenti fusi orari, e questo grazie allo sviluppo di tecnologie totalmente all’avanguardia. In questo scenario interculturale ed interconnesso, l’ inglese svolge il ruolo di lingua franca (ELF - English as a lingua franca), essendo il mezzo di comunicazione preferenziale adottato da coloro che non condividono né la stessa lingua madre né il medesimo bagaglio culturale. Pertanto, l'ELF spesso rappresenta la sola opzione al fine di garantire una comunicazione efficiente in una varietà di ambiti differenti. Conseguentemente, il progressivo affermarsi della lingua inglese nel mondo ha dovuto far fronte alle esigenze comunicative anche per quanto riguarda le figure professionali all’interno di contesti interculturali di impresa, come per esempio le realtà aziendali, dove l’inglese rappresenta un'alternativa equa e neutrale nel caso in cui non sia la lingua madre di nessuna delle parti coinvolte. L’utilizzo del BELF (BELF - English as a business lingua franca) si verifica quindi laddove vi è una mancanza di un lingua condivisa tra i parlanti. Lo scopo del mio lavoro di ricerca è quello di analizzare, mediante un’analisi riguardante gli aspetti linguistici e culturali del digital written discourse, quali sono le principali strategie comunicative attuate dai membri di due realtà aziendali dove l’inglese funge da ponte comunicativo, nonché da lingua franca, tra le due culture. Al fine di condurre questa indagine, ho raccolto due corpora linguistici basandomi su due degli strumenti digitali che ad oggi sono usati per la maggiore all’interno delle aziende nelle negoziazioni internazionali: un corpus di e-mails e un corpus di messaggi generati tramite WeChat, scambiati tra partner commerciali italiani e cinesi nell’arco temporale di un anno. L’obiettivo è quello di dimostrare come l’impiego dell’inglese da parte di parlanti non madrelingua che lo utilizzano come lingua franca nelle negoziazioni interculturali garantisca ugualmente il raggiungimento di una comunicazione efficace ed intelligibile grazie ad un'attitudine orientata alla cooperazione. Infatti, l’utilizzo di un repertorio linguistico tipico del BELF, il quale riflette ampiamente le rispettive culture d’origine e convenzioni sociali, non rappresenta una minaccia per il successo della comunicazione, evitando possibili interruzioni comunicative e fraintendimenti che rischierebbero di compromettere l'intelligibilità del messaggio trasmesso.
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Abstract
Today, contacts and relationships between people of different languages, cultures and backgrounds are becoming more and more frequent. One of the many reasons for this growing cultural network is the digital revolution of the 20th century which, together with globalization, has turned the world into a "flattering global field" where, thanks to the development of advanced technologies, individuals can communicate without being concerned of factors such as distance and different time zones, and this thanks to the development of advanced technologies. In this multicultural and interconnected environment, English plays the role of lingua franca (ELF - English as a lingua franca), being the preferred means of communication adopted by those who share neither the same mother tongue nor the same cultural background. Accordingly, ELF is often the only option to ensure efficient communication across a variety of different settings. As a consequence, the gradual emergence of the English language on a global level has met the communication needs of professionals in intercultural business contexts, where English is the neutral and preferred alternative of the parties involved. Indeed, the use of English as a business lingua franca (BELF) occurs where there is a lack of a shared first language among speakers. The purpose of my research work is to investigate, through a discursive analysis of the linguistic and cultural aspects of digital written discourse, the main communication strategies implemented by members of two companies that use English as a communicative bridge (namely as a lingua franca) between the two cultures. In order to conduct this investigation, I collected two linguistic corpora based on two digital tools that are nowadays mostly used in international negotiations: a corpus of e-mails and a corpus of messages generated through WeChat, exchanged between Italian and Chinese business partners over a period of one year.
The final objective is to demonstrate how the use of English as a lingua franca by non-native speakers in intercultural negotiations guarantees the achievement of an effective and intelligible communication thanks to a cooperation-oriented attitude. In fact, the use of a specific BELF linguistic repertoire, which largely reflects the cultures of origin and social conventions of its interactants, does not actually represent a threat to the success of the communication, as it prevents possible communication breakdowns and misunderstandings which could otherwise compromise the intelligibility of the transmitted message.
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