Riassunto analitico
Background: l’introduzione delle matrici dermiche acellulari (ADM) nell’ambito della chirurgia mammaria ricostruttiva ha permesso lo sviluppo di un approccio innovativo rispetto alla classica ricostruzione mammaria sub-pettorale, ovvero la ricostruzione immediata in sede prepettorale. I benefici che derivano da questa procedura chirurgica includono una riduzione dei tempi d’intervento, una riabilitazione post-operatoria più rapida e minor invasività, dolore e rischio emorragico nel periodo post-operatorio. Lo studio mette a confronto i risultati di un gruppo di pazienti operate con diverse tecniche di ricostruzione mammaria immediata prepettorale, concentrandosi sugli eventi avversi, sul livello di benessere post-operatorio e sulla qualità di vita. Materiali: in questo studio sono state incluse 30 pazienti operate di ricostruzione mammaria prepettorale immediata, di cui 24 con ADM Braxon, 2 con ADM Exashape e 4 con protesi definitiva rivestita di poliuretano. Per tutte le pazienti, è stato valutato: tipo di ADM impiegato, tempo di mantenimento dei drenaggi aspirativi, la comparsa di complicazioni e la necessità di re-intervento, di espianto della protesi e di eseguire lipofilling per correggere eventuali difetti estetici. In seguito, è stato somministrato alle pazienti il modulo ricostruttivo del Breast-Q, un questionario tramite cui è possibile quantificare il livello di benessere e qualità di vita riferito dopo la ricostruzione mammaria. Risultati: il tempo medio di rimozione dei drenaggi è risultato simile in tutte e tre le tecniche prese in considerazione, con 9 giorni per le pazienti ricostruite con ADM Exashape, 7 giorni per le pazienti ricostruite con protesi definitiva in poliuretano e 7,83 giorni per le pazienti sottoposte a ricostruzione con ADM Braxon. Le principali complicazioni emerse sono: ematoma (3 casi, di cui uno con ADM Braxon, uno con ADM Exashape e uno con protesi definitiva in poliuretano), necrosi cutanea (4 casi con ADM Braxon e due casi con protesi definitiva in poliuretano), sieroma (9 casi con ADM Braxon) e rippling (4 casi con ADM Braxon). Non sono stati riscontrati nelle pazienti seguite casi di infezione, rottura o esposizione protesica e contrattura capsulare. Su 30 pazienti analizzate, in due casi è stato necessario procedere all’espianto della protesi a causa di complicazioni (necrosi del complesso areola-capezzolo e recidiva di carcinoma). il lipofilling è stato eseguito su 6 pazienti, di cui 5 sono state ricostruite con protesi e ADM Braxon, mentre una con protesi e ADM Exashape. Il questionario Breast-Q è stato compilato da 13 pazienti e sono stati calcolati i Q-Score per ogni dominio. I punteggi ottenuti con le varie tecniche hanno dimostrato un livello di qualità di vita e soddisfazione delle pazienti generalmente alto, in seguito alla ricostruzione, senza particolari differenze tra ricostruzione con protesi e ADM (Braxon o Exashape) e protesi definitiva in poliuretano. I Q-Score calcolati sono paragonabili ad altri studi presenti in letteratura, tranne il punteggio nel dominio “Benessere psico-sociale”, che risulta leggermente più basso (56±14,83). Conclusioni: tutte le tecniche prese in esame si sono rivelate efficaci nel garantire una ricostruzione veloce, poco invasiva, che dona un’ottima resa estetica del seno ricostruito con poche complicazioni. Non sono emerse particolari differenze tra la ricostruzione con impianto e ADM e quella con protesi definitiva in poliuretano, tranne che l’utilizzo di ADM Braxon sembra essere maggiormente coinvolta nella formazione di sieromi, rispetto alle altre tecniche. Dai punteggi emersi al questionario Breast-Q, questo tipo di ricostruzione garantisce un buon livello di soddisfazione e qualità di vita nelle pazienti prese in considerazione.
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