Riassunto analitico
Con il presente elaborato viene analizzato l’articolo 612-bis del Codice penale rubricato “atti persecutori” introdotto nell’ordinamento italiano con la legge n.38/2009. In prima facie si dà una definizione della condotta di stalking che si estrinseca con atteggiamenti ripetuti ed insistenti da parte del soggetto agente nei confronti della vittima, al fine di ingenerare in quest’ultima stati di paura e timore, arrivando persino a compromettere lo svolgimento delle normali abitudini di vita. Si fornisce un percorso che permette una progressiva analisi del fenomeno partendo dalla sua affermazione negli anni Novanta, attraverso lo studio empirico- criminologico dei comportamenti da parte di sociologi, giuristi e psichiatri, i quali elaborarono la c.d “sindrome del molestatore assillante”. Si affronta in seguito l’analisi della normativa applicata anteriormente alla novella del 2009 relativamente alla portata normativa delle fattispecie di “molestia” ex art. 660 c.p., “minaccia” ex art. 610 c.p. Verrà inoltre proposta una sintetica disamina delle varie proposte di legge susseguitesi nel nostro ordinamento a partire dal 2004 e successivamente si darà seguito alla trattazione delle ragioni politiche e criminali che hanno spinto il legislatore ad elaborare una normativa specifica sul tema dello stalking. L’elaborato verte principalmente sull’analisi penalistica e sistematica della legge n. 38/2009, della norma codicistica e dei successivi interventi legislativi esplicitati nella “legge sul c.d femminicidio” e sulla recente normativa della legge c.d. “Codice rosso”. Si concentra l’attenzione anche sugli aspetti processuali con particolare riferimento all’apparato sanzionatorio ed alle misure cautelari. Viene infine trattata la fenomenologia dello stalking attraverso una valutazione criminologica-forense in quanto quest’ultimo, essendo un fenomeno sociale, necessita dello studio di criminologi, sociologi e psichiatri forensi al fine di stabilire dei trattamenti specifici sia per le vittime che per gli autori di tale reato. In tal senso risulta fondamentale l’esame sull’individuazione del profilo dello stalker, l’analisi delle differenti tipologie di autori e l’attenta valutazione della gestione del rischio di condotte violente che legano lo stalking a reati più gravi. Assunto il fatto che lo stalking sia un fenomeno di grande pericolosità sociale, si ritiene che tali condotte possano condurre ad una escalation di comportamenti più gravi e, a fronte di ciò, si ritiene necessario individuare delle strategie atte a prevenire condotte che, talvolta, sfociano in eventi letali.
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