Riassunto analitico
Negli ultimi anni Italo Calvino è stato uno degli scrittori contemporanei occidentali più noti in Cina. Oltre a una vasta platea di lettori e a un notevole successo nel mercato editoriale, la sua opera sia di narratore che di saggista è stata oggetto di studi critici da parte di studiosi cinesi e di numerose traduzioni e ritraduzioni. Il presente lavoro intende, in primo luogo, ripercorrere la ricezione dell’opera calviniana in Cina, individuando le traduzioni pubblicate, dando conto della bibliografia critica là prodotta, e cercando di comprendere le ragioni storiche e culturali che hanno in certi momenti favorito e in altri inibito la sua diffusione. La ricezione dell’opera di Calvino in Cina ha avuto un inizio per certi versi sorprendentemente precoce. I primi testi tradotti risalgono agli anni cinquanta, quando lo scrittore, poco più che trentenne, aveva da non molti anni cominciato la sua carriera. Ad un iniziale interesse segue, dalla seconda metà degli anni sessanta fino al termine del decennio successivo, un periodo di silenzio, dovuto anche all’isolamento culturale imposto dalle scelte politiche del paese, che interrompe il dialogo con il mondo esterno. Molti importanti scrittori contemporanei occidentali sono, in questo periodo, intenzionalmente trascurati, Calvino incluso. Alla fine degli anni Settanta, la politica di apertura e riforma segna l’inizio di una nuova era storica. La traduzione delle opere di Calvino viene ripresa e molte delle sue opere principali sono disponibili; tuttavia bisogna attendere fino all’inizio degli anni Novanta perché la sua opera sia letta da un pubblico vasto. La sua influenza esercitata sugli ambienti culturali cinesi arriva solo all’inizio del nuovo millennio, quando cominciano le numerose ristampe di traduzioni e nel mondo accademico si è ormai consolidata l’attenzione nei confronti dello scrittore. Nell’ultimo decennio, sono stati pubblicati in traduzione molti saggi di Calvino e scritti autobiografici, accolti molto favorevolmente dal pubblico dei lettori cinesi, a questi si aggiungono numerosi articoli e saggi accademici apparsi sulle principali riviste letterarie. Recente si segnala un forte interesse per i suoi racconti nell’ambito della letteratura per l’infanzia. Il presente lavoro, oltre a cercare di dare una visione generale della ricezione di Calvino in Cina ripercorrendone la fortuna dal 1955 al 2016, si focalizza sull’analisi traduttologica delle prime brevi opere dell’autore italiano pubblicate in cinese fra il 1955 e il 1961. Si tratta di due racconti brevi intitolati Storia di un soldato che si portò un cannone a casa, pubblicato su “l’Unità” (Torino) del 17 agosto 1950, e Luna e Gnac, apparso per la prima volta nel 1961 e dei due articoli scritti da Calvino sui fratelli Cervi, usciti in Italia nel 1953. In tutti questi casi, la versione cinese non è una traduzione diretta dell’originale calviniano, ma una traduzione indiretta, mediata da traduzioni francesi o russe. Nell’analisi di questi testi, si è fatto riferimento, ai metodi elaborati negli ultimi anni dalla traduttologia descrittiva, interessata a comprende l’atto traduttivo come risultante di un complesso sistema di relazioni. In particolare si è fatto riferimento alle teorie della critica produttiva di Antoine Berman, all’approccio culturologico di André Lefevere, al polisistema di Itamar Even-Zohar, alla concetto di norma di Gideon Toury, e alla visibilità del traduttore di Lawrence Venuti. Tale analisi mira a studiare le traduzioni di Calvino del periodo tra gli anni Cinquanta e Sessanta in modo problematico, interdisciplinare, nel tentativo di comprendere il progetto traduttivo e le strategie che hanno presieduto all’operazione traduttiva (scelta dei testi, scelte stilistiche ecc.) anche in relazione al contesto storico e ideologico nel quale sono state concepite.
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Abstract
Italo Calvino is one of the best-known Western contemporary writers in China in recent years. In addition to a wide audience of readers and a remarkable success in the publishing market, his work as narrator and as essayist have been the subject of critical studies by Chinese scholars. Impressive is also the number of translations and re-translations into Chinese of his works.
The first objective of my doctoral dissertation is to describe the reception of Calvino’s work in China, through the identification an listing of published translations and of critical essays on Calvino produced there. The comprehension of historical and cultural reasons that have fostered or inhibit the knowledge and success of Calvino’s work in certain periods in China is also part of this general objective. Calvino's works arrived in China surprisingly early. The first translated texts date back to the Fifties, when the writer, in his early thirties, was at the beginning of his career. This surprisingly early interest is followed by a long period of silence that goes from the second half of the Sixties until the end of the seventies. This lack of interest was probably due to the isolation imposed by the cultural policies of the country, which interrupts the dialogue with the outside world. Many important contemporary Western writers were intentionally neglected at the time, Calvino included. At the end of the Seventies, the opening and reform policy marks the beginning of a new historical era. The translation of Calvino’s works restarted in the early Eighties, when many of its major works were available in Chinese, but his opus became popular and widely read only years later, at the end of Nineties. Calvino’s influence on Chinese cultural circles becomes important only at the beginning of the new millennium, when his work was frequently reprinted; furthermore, in the academic world has consolidated its attention towards the writer. In the last decade, translation of many essays and autobiographical writings of Calvino have been published, well received by Chinese readers, along with these numerous academic articles and essays which appeared in the main literary magazines. A strong interest in his fairy tale as part of children's literature has been noticed recently.
As its second main objective, this final dissertation will try to carefully analyze the first translations of Calvino’s works published in China from 1955 to 1961, namely two short stories - Story of a soldier who brought a gun home, published in "Unity" (Turin) of 17 August 1950, and Moon and Gnac, that appeared for the first time in 1961 - and two articles written by Calvino on Cervi brothers, published in Italy in 1953. In all these cases, the Chinese version is not a direct translation of the original texts of Calvino, but an indirect translation, mediated by French or Russian translations. In the analysis of these texts, I will refer to the methods developed in recent years by the descriptive translation studies, which consider the translation act as a result of a complex system of relations. In particular, I will refer to the “productive translation criticism” of Antoine Berman, the “cultural approach” of Andre Lefevere, the “polysystem” of Itamar Even-Zohar, the concept of “translating norms” of Gideon Toury, and the “visibility of the translator” of Lawrence Venuti. My analysis, therefore, aims to study the early translations of Calvino in a problematic and interdisciplinary way, in order to understand how the project of translation and strategies have presided over the operation of translation (choice of texts, stylistic choices etc.), and to see the relationship between the translations and the historical and ideological context in which they were conceived.
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