Riassunto analitico
Generazione dopo generazione il rapporto con il cibo è cambiato in maniera notevole tanto da venirsi a creare man mano un nuovo scenario. Per capire le motivazioni di tale cambiamento abbiamo analizzato i nove criteri individuali che ci guidano nella scelta del cibo (Steptoe, Pollard e Wardl, 1995): salubrità, naturalità, attrattività sensoriale, controllo del peso, familiarità, capacità di regolare l’umore, comodità di acquisto e preparazione, prezzo e preoccupazione etica; inoltre abbiamo anche preso in considerazione i criteri sociali, culturali e religiosi. Oltre ad esaminare cosa ci porta a scegliere un determinato alimento e capire come si consolidano le abitudini alimentari nel lungo termine, abbiamo visto come l’etichetta alimentare influenza gli acquisti. Per etichetta alimentare intendiamo tutte le informazioni che il consumatore può apprendere dal prodotto stesso, quindi ingredienti, tabella nutrizionale, modalità di smaltimento della confezione, data di scadenza, modalità di conservazione e claims salutistici. Alla luce di queste considerazioni abbiamo deciso di condurre uno studio relativo all’influenza delle etichette “Vegan” e “Gluten Free” apposte sui prodotti alimentari. I prodotti scelti per effettuare lo studio sono stati un barattolo di fagioli e una scatola di pasta, due prodotti per i quali la presenza di etichetta vegan (per quanto riguarda la pasta) e gluten free (per quanto riguarda i fagioli) è del tutto superflua, dato che si tratta di prodotti di per sé adatti ai vegani (il primo) e ai celiaci (il secondo). Per questa ragione, sono particolarmente adatti per valutare se la mera presenza del bollino attiva nei rispondenti degli schemi valutativi di pregiudizio nei confronti dei vegani o di comprensione nei confronti dei celiaci. Andremo quindi ad analizzare se la condizione con bollino cambia la percezione del consumatore nei confronti dello stesso prodotto rispetto alla condizione senza bollino (controllo). Abbiamo sottoposto al nostro campione un questionario contenente 23 domande e i partecipanti hanno compilato uno dei quattro questionari che sono stati somministrati in maniera randomizzata. Per verificare l’esistenza di una relazione tra le variabili in esame abbiamo condotto un’analisi T-test, su un campione composto da 249 corrispondenti, di cui 72 uomini e 177 donne, reclutati attraverso i social network (WhatsApp, Facebook, Instagram e LinkedIn).
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