Riassunto analitico
Le storie aiutano a vivere meglio e pare abbiano avuto una funzione adattiva all’ambiente. La specie umana è un contenitore di storie che si riempie continuamente. Siamo storie viventi non sempre facilmente sopportabili ma ci viene in aiuto in ciò la rivisitazione narrativa dei fatti vissuti che può essere la nostra ancora di salvezza. Nella fiction è solitamente possibile rinvenire quegli elementi che sopperiscono all’incapacità di razionalizzare i vissuti grazie all’identificazione con i personaggi. Le storie non incidono solo a livello esistenziale ma anche sulla psiche e sui fenomeni anatomico-fisiologici. Riproducendo la vita degli individui, le fiction si usano a scopo curativo e preventivo. Cercando la risoluzione dei problemi e nuove possibilità di vita, i racconti terapeutici non possono prescindere da una analisi della situazione delle persone. La metodologia può variare molto caso per caso ma il suo impianto progettuale fa seguire alle analisi iniziali interventi pianificati corredati di monitoraggi, valutazioni e apposita documentazione. Per il target infantile può rivelarsi necessario indagare sulle singole situazioni mediante strategie ludico/creative. Gli stessi libri potrebbero essere sostituiti da materiale funzionalmente equivalente se ritenuto più agevole da impiegare, mentre la lettura ad alta voce seguita da discussioni gruppali è metodologicamente molto apprezzata. La biblioterapia rientra in studi sui disturbi mentali come ausilio e non sostituto della psicoterapia ma ha dato sovente esiti migliori di quest’ultima nel mantenimento dei risultati clinici. La “terapia dei libri” ha effetti positivi anche sulla socialità in quanto potenzia la condivisione dei vissuti. L’effetto della libroterapia sul contenimento dei sintomi dei disturbi mentali é efficace contro: la depressione, l’ansia, gli attacchi di panico, le dipendenze, i disturbi dello spettro autistico e le degenerazioni cerebrali. In ambito scolastico i libri correggono le condotte disattentive degli studenti conducendoli ad una sana relazionalità. La creatività in aula é azionata da consegne orientate alla discussione delle opere lette o alla produzione di componimenti che stimolano la collaborazione e il pensiero critico smorzando percezioni sociali negative e contrastando l’aggressività. Il lettore può ritrovarsi nelle narrazioni spartendo la propria condizione col personaggio suo alter ego e scorgervi opportunità sulle proprie future scelte. La biblioterapia è stata ritenuta per decenni dalle istituzioni una panacea all’interno delle carceri per il reinserimento sociale per via del potere socializzante e educativo che ha dimostrato. Alcuni romanzi autobiografici di redemption hanno evidenziato come reagire costruttivamente a condizioni sociali di partenza avvilenti. La Medicina narrativa si basa non solo sulla scelta oculata dei testi per i pazienti ma anche sulla formazione letteraria al personale sanitario affinché questi possa sviluppare le doti di empatia necessarie per curare meglio rispettando il loro dolore fisico, psichico ed esistenziale. I gruppi di auto-mutuo-aiuto sono un supporto molto valido nella terapia dei libri in quanto consentono di affrontare insieme razionalmente un problema, spesso superandolo. La spiritualità è una forma di narrazione ristorativa del dolore. Un fattore decisivo per la ripresa dai disturbi post-traumatici è l’autoguarigione dalle ferite interiori, soprattutto quando si intenda attenuarle mediante narrazioni e attività particolari che impegnino creativamente e che passino anche per forme gratuite di restituzione. La narrazione dei drammi subiti deve fungere da ricostituente per chi ha il coraggio di esporli e da insegnamento umano e valoriale per chi li ascolta. Pertanto è doveroso adottare misure e iniziative che diffondano le storie di sofferenza affinché siano motivo non solo di prevenzione ma anche fattore di unione e sviluppo sociale.
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